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Bari, nuove aree pedonali e spazi per cinema e teatro: le proposte per la rinascita

 
Marco Seclì

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Marco Seclì

Bari, nuove aree pedonali e spazi per cinema e teatro: le proposte per la rinascita

I locali attivi tra via Cairoli e via Dante sono pronti a collaborare per la cultura

Giovedì 07 Maggio 2020, 11:01

Una via d’uscita per il ritorno della movida, anzi un intero isolato. Nel rispetto delle regole di distanziamento interpersonale, ma anche nel nome della sopravvivenza di tanti piccoli imprenditori. La pedonalizzazione di alcune aree del centro urbano, e non solo, può essere una soluzione contro la desertificazione del tessuto economico, sociale e culturale, rappresentato dalla rete di bar, pub, vinerie: insomma, da tutti i locali pubblici piegati dalla crisi.
Da lunedì diverse saracinesche si sono alzate, solo per l’asporto o per le consegne a domicilio, come prevedono le regole anti-Covid. Ma è evidente che non basta per andare avanti. E anche quando, si spera, le maglie diventeranno più larghe non si potrà tornare all’antico, agli ambienti chiusi e affollati.

Così Mara Chiarelli, giornalista, titolare in via Cairoli del caffè bistrot letterario «Portineria 21», ha lanciato un’idea, già comunicata al Comune anche a nome dei vicini e colleghi della storica vineria «Il Pane e le Rose», di un panificio-gastronomia e del caffè «Tolesco», l’ex bar delle Poste.
«I nostri locali si trovano nel primo isolato tra via Nicolai e via Dante - spiega Mara - si tratta di un’area limitata, che su entrambi i lati della strada dispone in tutto di una ventina di posti auto, con un parcheggio pubblico molto vicino e con la possibilità di non creare problemi di viabilità. Allora, perché non creare una zona a traffico limitato, almeno per il periodo estivo, quando anche l’Università è chiusa? Permetterebbe alle nostre attività di usufruire degli spazi all’aperto, ci sarebbero molti meno problemi a rispettare la distanza interpersonale».

«Portineria 21» conta su due sale, una dedicata alla caffetteria, con una quindicina di posti, e un’altra alla ristorazione, con una trentina di coperti. Applicando i protocolli di sicurezza si perderebbero circa la metà dei posti. Stesso discorso per «Il Pane e le Rose», il panificio e il bar. Una contrazione che si ripercuoterebbe sugli introiti e, come minimo, costringerebbe i titolari a non avvalersi di personale nello stesso numero registrato prima dell’emergenza sanitaria.
Ma la proposta di Mara Chiarelli non va solo nella direzione di «salvare gli affari».

Da quando lo ha aperto, oltre un anno fa, il suo locale è diventato un riferimento anche in ambito culturale e sociale. La gente non ci va solo per bere un caffè o un drink o mangiare qualcosa. Ma anche per partecipare a un convegno, alla presentazione di un libro, a una serata con musica dal vivo. Mara offre anche una piccola libreria e un servizio di recapito di pacchi e corrispondenza apprezzato dai residenti della zona.
«Lo scorso settembre, dopo la pausa estiva - ricorda - organizzammo una festa da ballo all’aperto sulle note dello swing. La strada venne chiusa per una sera e l’iniziativa riscontrò un grande apprezzamento non solo degli avventori, ma anche delle persone che abitano qui. Proprio da questa premessa è nata l’idea sottoposta al Comune di Bari: sono convinta che la pedonalizzazione dell’isolato avrebbe il favore della gente».

E a Palazzo di città ha fatto anche un’altra proposta. «Se la nostra ipotesi sarà ritenuta praticabile, sono pronta a collaborare con il Comune per ospitare, negli spazi che si creeranno, eventi di carattere culturale, spettacoli teatrali, o anche un piccolo cinema all’aperto. Sarebbe un modo per non far morire la cultura, moltiplicando l’offerta all’interno del quartiere murattiano».
Una nuova strada per non perdere la speranza. Una boccata d’ossigeno per tanti piccoli imprenditori oggi in ginocchio.

Mara Chiarelli non nasconde le difficoltà. «Ho riaperto, solo per l’asporto, la caffetteria: da questa mattina ho battuto scontrini per un totale di 10 euro. Non ci rassegniamo a tirare giù la saracinesca, ma andare avanti così è complicato. I ragazzi che collaboravano con me sono in cassa integrazione. Ho potuto richiamare al lavoro solo una ragazza, che si occupa dell’apertura del mattino, poi le subentro io, anche se la sera diventa un mortorio. Andare avanti così non vale la pena…».
La sua proposta di moltiplicare le aree pedonali può essere una svolta per la rinascita di tanti locali, anche all’insegna della cultura e, perché no, dell’ambiente. «Attendo le risposte dal Comune sulla fattibilità dell’idea, pronta a collaborare con loro».

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