Screening e tamponi su tutti i nuovi ingressi in carcere. L’Asl Bari ha disposto un piano di prevenzione anti Covid, il primo al Sud, che riguarda la popolazione carceraria. Il piano prevede percorsi differenziati e protetti attraverso tre zone di filtraggio e personale sanitario dedicato alla esecuzione dei tamponi su tutti i nuovi ingressi. «Il potenziamento delle misure sanitarie consente l'accesso nella comunità penitenziaria soltanto ai soggetti nei quali è stato escluso preventivamente e con i dovuti controlli la presenza del virus - spiega il direttore generale della ASL, Antonio Sanguedolce - stiamo identificando anche le procedure per la prevenzione del contagio attraverso lo screening sierologico di tutti gli operatori sanitari e dell’amministrazione penitenziaria che prestano servizio all’interno della casa circondariale per identificare quanti hanno sviluppato un’immunità al virus pur senza segni evidenti di malattia».
Per attivare i nuovi percorsi, su disposizione della direttrice del carcere, la dottoressa Valeria Pirè, e con il contributo della polizia penitenziaria, sono stati ultimati in 3 settimane i lavori di ristrutturazione nella ex sezione femminile dell’istituto, individuata come prima zona filtro, con 18 stanze destinate ad accogliere i detenuti per un primo screening. In base alla nuova procedura, i nuovi detenuti, anche se asintomatici, accedono a un primo triage all’interno della tenda allestita fuori dalla casa circondariale. Vengono poi accolti nella prima zona filtro e alla quarta giornata dall’arrivo viene eseguito il tampone. Fino al referto definitivo, i detenuti seguono percorsi singoli e separati. Se l'esito è negativo, i detenuti sono trasferiti presso una seconda area dove restano fino al 14esimo giorno senza avere alcun contatto con gli altri. Se invece l’esito del tampone è positivo, è previsto che i detenuti, a seconda delle condizioni cliniche, vengano ricoverati in ospedali Covid o trasferiti in una terza zona.