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Monopoli, microplastiche nell'aria e puzza: sequestrato opificio

 
Redazione online

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Monopoli, microplastiche nell'aria e puzza: sequestrato opificio

L'inchiesta è partita dalle segnalazioni e denunce per le emissioni maleodoranti fatte dai cittadini grazie alla app «SegnalApp-Odori»

Lunedì 06 Aprile 2020, 13:35

BARI -  Emissioni maleodoranti di plastiche e rifiuti speciali non trattati secondo le norme, inquinamento della falda e del sottosuolo e dispersione nell’aria di micro particelle nocive. Con queste accuse il Nucleo operativo di Polizia ambientale (Nopa) della Guardia costiera di Bari ha sottoposto a sequestro preventivo, su disposizione della magistratura barese, uno stabilimento industriale a Monopoli di proprietà della società Pipeplast, amministrata e gestita da Fabrizio Rivoli, specializzata nella lavorazione e produzione di materie plastiche mediante trasformazione di rifiuti speciali.

«L'attività d’indagine - spiega la Procura di Bari - ha accertato che il gestore dell’opificio aveva trasferito all’esterno gran parte del ciclo produttivo aziendale, collocando tra l’altro all’aperto numerosi e ingombranti contenitori flessibili di rifiuti speciali privi di copertura e maleodoranti». La struttura, inoltre, «era dotata di un impianto di trattamento delle acque non certificato e non collaudato, il cui uso ha gravemente compromesso il sottosuolo e la falda sottostante per l’accertata presenza di fango e percolato. Incompleto e non certificato risultava anche l’impianto antincendio». Sul piazzale antistante sarebbero stati eseguiti anche lavori edilizi abusivi. «Per la modifica arbitraria della collocazione di uno dei camini - si legge nella nota della Procura - sia per l'imperfetta tenuta dei pannelli laterali superiori del capannone, divelti in più parti, l’impianto diffondeva nell’atmosfera miasmi di plastica combusta percettibili anche a notevole distanza. La collocazione all’esterno della fase di triturazione del materiale plastico comportava peraltro la diretta dispersione nell’aria di micro/mini particelle plastiche originate dai rifiuti speciali». L'inchiesta è partita dalle segnalazioni e denunce per le emissioni maleodoranti fatte dai cittadini grazie alla app "SegnalApp-Odori» del Comune di Monopoli, i quali negli ultimi mesi avevano anche esposto, all’esterno delle abitazioni, drappi e cartelli con l’hashtag #vogliamorespirare

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