BARI - Una tenda esterna per il pre-triage di possibili casi sospetti di contagio da Covid-19. Settanta operatori tra medici, infermieri e specialisti. Quattro stanze di isolamento e una a pressione negativa per monitorare eventuali situazioni critiche. Una sorveglianza medica e infermieristica h24. Sono queste le principali misure predisposte dalla Unità operativa di Medicina Penitenziaria della ASL Bari in accordo con la Direzione della Casa Circondariale, per contenere e fronteggiare l’emergenza sanitaria da Coronavirus anche in carcere.
Il pre-triage è eseguito in una tenda montata in queste ore nel perimetro del carcere dai volontari della Protezione Civile in accordo con il Ministero di Giustizia. Gli operatori della ASL controllano tutti i nuovi ingressi di detenuti, ai quali vengono somministrate le schede di valutazione di infezione suscettibili di contagio da COVID-19. Laddove sia necessario vengono eseguiti i necessari controlli clinici successivi.
«L'istituto penitenziario di Bari è un carcere sanitario, uno degli otto presenti in Italia, con una utenza proveniente per motivi di salute non solo dalla Puglia, ma anche dal resto del territorio nazionale - dichiara Antonio Sanguedolce, direttore generale della ASL - in questa fase di emergenza intendiamo proteggere la popolazione detenuta e tutta la comunità penitenziaria, per cui abbiamo attivato subito misure di sicurezza e prevenzione».
La tenda allestita per il triage servirà a filtrare tutti i nuovi ingressi presso l’Istituto Penitenziario. «I casi sospetti saranno isolati in stanze individuate nell’Istituto e sarà eseguito il test con il tampone previsto - spiega Nicola Buonvino, responsabile della Unità Operativa di Medicina Penitenziaria - sono consentiti solo gli accessi strettamente necessari e tutti i visitatori esterni devono mantenere la distanza di un metro, indossare le mascherine e lavarsi le mani».

Il carcere di Bari
Gli interventi della Asl per tutelare la salute di detenuti e operatori
Mercoledì 11 Marzo 2020, 19:52