«Negli ultimi tre giorni c'è stato un afflusso eccezionale al Pronto soccorso. Stiamo cercando di gestirlo con misure straordinarie. Consigliamo alla popolazione di rivolgersi alla guardia medica o al medico curante per casi di semplici sindromi influenzali, sebbene siano in aumento le patologie respiratorie e cardiovascolari che colpiscono gli anziani, dato fisiologico in questo periodo della stagione».
Vito Procacci, direttore di Medicina e Chirurgia di Accettazione e d'Urgenza del Policlinico, dà insomma un indizio: l'influenza sta per attaccarci. In effetti, il virus si diffonde in maniera inversamente proporzionale alla temperatura (e i meteorologi prevedono giorni sempre più rigidi, almeno fino alla Befana). Più quest'ultima si abbassa, maggiori sono i casi di persone costrette a letto, con tutti i sintomi correlati: febbre, dolori muscolari, spossatezza, mal di testa, raffreddore e tosse. «E ora - afferma Maria Chironna, professoressa di Igiene Generale e Applicata presso il Dipartimento di Scienze Biomediche e Oncologia Umana dell'azienda ospedaliero universitaria e responsabile regionale della sorveglianza virologica dell'influenza - aspettiamo la riapertura delle scuole, dove i virus circolano più velocemente. I più colpiti infatti sono i ragazzi, e ancor più i bambini da 0 a 4 anni».
SOTTO LA MEDIA - Il picco di solito si registra nell’arco dei primi due mesi dell'anno. Nel 2019 è stato rilevato nella prima settimana di febbraio, quando in Puglia ci furono 11 casi ogni mille abitanti. Non è possibile prevedere con precisione cosa succederà da qui a qualche settimana: i valori potrebbero coincidere, ma anche non riproporsi. «Dall'inizio della sorveglianza (metà ottobre - n.d.r.) fino a fine dicembre - informa Chironna - il conteggio è di 45mila malati in Puglia (se ne stimano oltre 13mila nel Barese e meno di 5mila a Bari - n.d.r), un numero molto limitato rispetto al totale nazionale di un milione e mezzo, riportato dai bollettini di sorveglianza epidemiologica Influnet e FluNews Italia, a cura dell'istituto Superiore di Sanità. Da noi l'incidenza è al di sotto della soglia considerata epidemica.
Nell'ultima settimana considerata (quella dal 23 al 29 dicembre, per la quale l'Iss ha riportato, a livello nazionale, 3,7 casi ogni mille assistiti - n.d.r.) sono stati 2,61 i casi di sindromi influenzali ogni mille assistiti (informazioni che provengono dai medici sentinella: medici di base e pediatri - n.d.r): quindi hanno dovuto passare il Natale sotto le coperte 10mila persone. Si può stimare che in provincia di Bari ne siano state colpite poco più di 3.200 e a Bari meno di mille. La metà riguarda sempre la fascia al di sotto dei 15 anni. Si tenga conto che nello stesso periodo del 2018 sono stati registrati in Puglia oltre 4 casi ogni mille abitanti, mentre stavolta siamo attualmente tra le regioni con più bassa incidenza insieme con Veneto, Liguria e Sardegna, mentre il valore è più alto in Toscana, Umbra e Marche. E non è nemmeno detto che da noi s’impenni: le ultime due stagioni sono state intense e può anche accadere ci sia una minore diffusione dopo annate così significative. Abbiamo un mese per capire. Fare previsioni è molto difficile. Si può procedere solo di settimana in settimana».
NESSUN CASO GRAVE - Di pari passo con i contagi crescono in genere anche i casi gravi, ovvero caratterizzati da complicanze che rendono necessario il ricovero in terapia intensiva. Secondo il bollettino FluNews Italia, fino al 22 dicembre se ne contavano 8, quasi tutti con malattie croniche preesistenti. Rispetto a questi, in tre occasioni i pazienti sono deceduti. Nessuna grave complicazione è stata riscontrata ad oggi in Puglia (rispetto alle 58 dello scorso anno in tutta la stagione). «L'influenza non è banale - spiega Chironna -. L'aggressività di un virus poi dipende dall'ospite. Se colpisce un soggetto che ha già patologie (diabete, obesità, malattie cardiovascolari o respiratorie; circa 25 milioni di persone in Italia soffrono di insufficienza renale, scompenso cardiaco, diabete e broncopatia cronica ostruttiva - n.d.r.) può dare complicazioni e diventare un caso grave.
L'influenza, però, può colpire anche senza patologie di base e determinare un quadro severo anche in chi è sano. Ma ci sono categorie più a rischio: i bambini, certo, e gli anziani, ma anche le donne in gravidanza. Per questo motivo ci si dovrebbe vaccinare». Il Ministero della Salute, in effetti, consiglia la vaccinazione a tutti i soggetti sopra i 65 anni o con malattie come asma e cardiopatie (la campagna si è conclusa il 31 dicembre), sebbene in Italia venga effettuata solo dal 53% di chi dovrebbe farla. Il vaccino non solo è sicuro, ma, come ha dimostrato uno studio su Lancet nel 2018, ad esempio riduce del 24% la mortalità cardiovascolare nei pazienti con malattia ischemica cardiaca. In pratica ha un effetto paragonabile a quello che si ottiene dallo smettere di fumare.
VIRUS - I medici segnalano le sindromi influenzali. Poi, dall’osservatorio del Policlinico accertano i casi e sorvegliano i virus. «In questa stagione di ridotta circolazione dei virus, almeno per ora, abbiamo in prevalenza rilevato - conclude Chironna - il virus di tipo A. Tra i ceppi A, soprattutto il sottotipo H1N1pdm01, poi l’H3N2. Più sporadicamente si è manifestato il virus di tipo B. Evidenzio che nelle ultime settimane, e questo spiega l’alta incidenza sui bambini, sono circolati altri virus: dal virus respiratorio sinciziale, all’adenovirus, al rinovirus».