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Bari, reperti archeologici venduti online: 27 denunce, recuperati 40mila euro di beni

 
Redazione online

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Bari, reperti archeologici venduti online: 27 denunce, recuperati 40mila euro di beni

Coinvolti professionisti che custodivano gli oggetti in lussuosi appartamenti

Sabato 04 Gennaio 2020, 16:21

Ci sono anche un cannone del XVI secolo, di fattura preziosa in bronzo, fuso a Lubiana, un’arma in dotazione all’esercito borbonico e un’altra alle truppe papali tra i beni sequestrati dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Bari che hanno denunciato a piede libero 27 persone. L’operazione ha riguardato il monitoraggio di siti di compravendita di pezzi d’arte, di aste e di vendita di appartamenti, condotta negli ultimi sei mesi del 2019 e i cui risultati sono stati riferiti in conferenza stampa al Castello Svevo di Bari. I denunciati sono accusati di ricettazione, impossessamento illecito di beni culturali, alienazione illecita di beni culturali e detenzione abusiva di armi antiche.

I denunciati sono per lo più professionisti (medici, avvocati, imprenditori e antiquari) che utilizzavano le piattaforme on line per commercializzare pregiati pezzi di antiquariato, importanti reperti o frammenti archeologici, spesso custoditi in lussuosi appartamenti, alcuni dei quali messi in vendita attraverso agenzie immobiliari. A tradire alcuni degli indagati sono state proprio le foto degli appartamenti in vendita che ritraevano ambienti con i reperti archeologici in bella vista. Da qui una serie di perquisizioni domiciliari e sequestri in tutta la Puglia, ma in massima parte a Bari, che ha permesso di recuperare pezzi di valore (fino a 30-40mila euro), armi e corredi funerari provento di scavi clandestini. I militari dell’Arma, coordinati dal maggiore Giovanni Di Bella, hanno recuperato 140 reperti archeologici databili tra il III ed il IV secolo a.C., circa 200 frammenti e 30 armi antiche, tra cui una doppietta placcata in oro.

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