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Bari, dipendenti ubriachi in ospedale, direttore: «Tutto risolto dopo circolare, coinvolti 4 operatori»

 
Flavio Campanella

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Flavio Campanella

di venere

Non ci sono "camici barcollanti" in giro: il polverone sollevato dopo le segnalazioni

Giovedì 07 Novembre 2019, 08:52

13:01

Camici bianchi barcollanti non se ne vedono. All’ospedale «Di Venere» di Carbonara semmai soffrono turni spesso massacranti. Al bar non c’è nessuno che chieda alcolici, casomai uno spuntino per poi ritornare al lavoro («di medici ubriachi francamente non ne conosco, mi sembra un’idiozia» sentenzia un professionista prima di tornare in reparto). Di sicuro, al Pronto soccorso, purtroppo molto frequentato anche nel primo pomeriggio, hanno altro a cui pensare rispetto al fragore scatenato dalla circolare che il direttore sanitario del presidio ospedaliero Bari Sud (comprende anche il «Fallacara» di Triggiano) ha inviato a primari e dirigenti dopo le denunce giunte da parte di dipendenti e pazienti lamentatisi per lo stato di ebbrezza in cui alcuni lavoratori si sono presentati al lavoro nelle scorse settimane.

Alessandro Sansonetti (direttore facente funzioni dallo scorso maggio) ha affrontato una mattinata impegnativa (più del solito...). Intorno alle 15.30 giunge nella sede della Direzione sanitaria, accanto alla cappella dell’ospedale, proveniente dalla Regione (per impegni programmati, informa una collaboratrice...). «Vorrei innanzitutto ridimensionare la questione - inizia -. Abbiamo deciso di mandare una circolare per sottolineare l’obbligo, previsto dalla legge, di prestare servizio con un tasso alcolemico pari a zero. È stata un’iniziativa assunta dopo che pazienti e medici ci hanno segnalato lo stato di ebbrezza da parte di alcuni infermieri. In realtà, il caso acuto riguarda solo una persona della piazza ambulatoriale (il Poliambulatorio ospedaliero - n.d.r.). Per altri tre, due in organico nel trasporto secondario (sono le ambulanze che escono dal presidio per accompagnare i malati che necessitano di consulenze esterne - n.d.r.) e uno già trasferito al “Fallacara”, la situazione è sotto controllo».

Dal 25 ottobre, giorno dell’invio della circolare, non si sono più verificati episodi. «Forse non è un caso. Avevo disposto - spiega Sansonetti - il trasferimento anche del paziente acuto, ma i sindacati hanno chiesto e ottenuto che tornasse al proprio posto. Mi preme sottolineare che l’invio della circolare è stato deciso a tutela dei lavoratori, non certo per una forma di persecuzione, tanto che non ci sono al momento procedimenti disciplinari in corso. Il richiamo all’ordine (la normativa prevede in casi di ubriachezza da parte dei dipendenti della sanità una sanzione dai 516 a 2.582 euro; e non rispettare le disposizioni aziendali può portare anche all’arresto - n.d.r.) è una garanzia per i malati che arrivano per curarsi, ma anche per gli stessi operatori. Se c’è qualcuno che ha problemi di dipendenza - spiega Sansonetti - è bene che segua la procedura (che prevede anche la presa in carico da parte del Dipartimento Dipendenze Patologiche - n.d.r.) e magari resti a casa. Credo che lo abbiano capito: il problema infatti si può dire sia ormai risolto. Smentisco che siano stati fatti alcol-test ai dipendenti».

In serata giunge una secca dichiarazione, senza particolari dettagli, del Dipartimento Salute della Regione Puglia: «Si tratta di verifiche - chiarisce il direttore Vito Montanaro - che vengono svolte regolarmente, il sistema di sicurezza ha intercettato quattro casi e ha gestito la situazione. La direzione dell’Asl Bari ha aperto una procedura interna per verificare le responsabilità». Molto più prolisse le dichiarazioni sia dei sindacati territoriali sia del presidente provinciale dell’Opi, tutti paonazzi per la rabbia. «Invece di sparare nel mucchio - affermano congiuntamente Fp Cigil, Fp Cisl, Fpl Uil e Fials - il dottor Sansonetti avrebbe dovuto segnalare, nel rispetto della normativa, nomi, cognomi fatti e circostanze agli organi preposti. Così facendo, oltre che offendere gratuitamente tutti gli operatori sanitari, è stato arrecato un grave danno di immagine, procurando peraltro un ingiustificato allarme nell’utenza».

«Va stigmatizzata - dichiara Saverio Andreula, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche della provincia di Bari - un’iniziativa che ha scatenato una bufera e gettato discredito sul lavoro di decine di professionisti. Sansonetti parla di notizie giunte alla Direzione, senza citare le fonti. Una leggerezza che mette all’indice dell’opinione pubblica chi, invece, lavora al servizio della comunità, rischiando spesso anche la propria incolumità fisica, come accade nei pronto soccorso dei nostri ospedali».

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