BARI - Tre mesi per ottenere il tesserino di riconoscimento all’abilitazione della professione, finora rilasciato in contemporanea con l’iscrizione all’Ordine, e che ancora non arriva. La colpa: una stampante rotta. Ma Filippo Anelli, presidente dell’Ordine dei medici di Bari, garantisce: «Sarà consegnato fra una decina di giorni. Abbiamo deciso di agire in autotutela - spiega Anelli - e di autogestirci. Constatata l’inerzia della ditta che gestisce l’appalto dei sistemi informatici dell’Ordine, a cui sono state addebitate una serie di contestazioni, abbiamo deciso di acquistare una nuova stampante in sostituzione di quella guasta. Comprendo il dispiacere dei giovani colleghi: la distribuzione dei tesserini identificativi è giustamente un motivo di orgoglio per tutti i medici neoabilitati».
Un intoppo tecnico, dunque, e i tempi della burocrazia hanno ostacolato una procedura che di solito va in automatico. Ma i continui rinvii, insieme alle informazione frammentate, hanno spinto i neo camici bianchi a prendere carta e penna e a scrivere ad Anelli per denunciare l’anomalia che sta creando qualche disagio a coloro che hanno già cominciato a lavorare.
A firmare la lettera di protesta sono i componenti del Sigm, il Sindacato italiano giovani medici della sezione di Bari. Dicono: «Noi medici chirurghi abilitati all’esercizio della professione a seguito dell’ultimo esame di Stato, che si è tenuto il 18 luglio scorso, e successivamente iscritti all’Ordine della provincia di Bari, sette giorni dopo aver svolto la prova siamo stati invitati a provvedere quanto prima ad iscriverci, a pagare la quota di 400 euro, per ottenere l’approvazione nella prima data utile, che è avvenuta ad agosto».
I giovani medici aggiungono: «Siamo convinti che i versamenti non debbano essere considerati un passepartout per ottenere i propri diritti, e per questo sino a ora non abbiamo voluto rivendicare per via ufficiale ciò che riteniamo comunque un naturale diritto degli iscritti all'Albo. Ma nonostante l’avvenuta approvazione delle domande di tutti gli abilitati, all’incirca 150 medici per la sede di Bari, i tesserini, e quindi il più semplice metodo di riconoscimento per i medici in tutta Italia, non sono mai stati forniti». I neo professionisti hanno chiesto chiarimenti, però senza alcun esito. Nel frattempo qualcuno ha cominciato a fare le guardie notturne nei presidi della Asl o in quelli privati in convenzione con l’azienda sanitaria, altri hanno fatto esperienza in corsia, nei reparti, altri ancora hanno provato ad accedere agli assegni di studio o alle borse di ricerca. Senza mai poter esibire il tesserino. In sostituzione qualcuno ha presentato, dopo aver sostenuto le spese di due marche da bollo, l’autocertificazione che è riconosciuta dagli enti pubblici. Quanti invece hanno voluto esibire il certificato di abilitazione sono stati costretti a versare all’Università non meno di 250 euro per ottenere il rilascio della prima copia autenticata. Anche le copie successive hanno un costo. I componenti del sindacato rincarano la dose: «Appare ridondante ricordare all’Ordine che spesso il tesserino identificativo viene richiesto, assieme ad altre numerose certificazioni, per la formalizzazione di un incarico lavorativo o per il semplice riconoscimento del titolo di Medico chirurgo».
Un percorso dunque in salita per dimostrare di avere i requisti e i titoli per svolgere la professione medica. Filippo Anelli ragiona: «Credo che la questione sia più formale che sostanziale. Ciò che conta è il numero di iscrizione all’Ordine. Resta il fatto che un problema tecnico ha ostacolato una procedura quasi automatica. Lunedì intanto riceverò i giovani colleghi che hanno chiesto un incontro. E a tutti gli abilitati dico: la stampante è stata acquistata e i tesserini saranno consegnati a breve».
I rappresentanti del Sigm concludono: «Prima di una costante informazione in merito alla serata di gala al Teatro Petruzzelli, sovente riempito dai neoabilitati delle sessioni di febbraio e luglio che con gioia partecipano al loro primo evento ufficiale insieme agli altri colleghi, sarebbe stato opportuno da parte dell’Ordine comunicare a che punto è la questione dei tesserini. Restiamo perciò in attesa di una sollecita risoluzione a tale umiliante problematica».