In corso Italia, sotto il viadotto ferroviario. Ed ancora sotto il cavalcavia tra corso Cavour e viale Unità d’Italia. Poi anche a Parco 2 Giugno, dove le siringhe sono state spesso segnalate dalle mamme che portano in giro i propri bambini. Fino alle «famose» piazze del centro, quei luoghi terra di nessuno dove tutto, in fondo, è possibile. L’ultima segnalazione arriva da un lettore che ci manda anche le immagini: due ragazzi che si bucano in pieno giorno, in mezzo alla gente, davanti all’ex Palazzo delle Poste. Una cartolina eloquente: dietro ai cassonetti della spazzatura, dinanzi a un portone chiuso. Una volta andati via, l’esito del loro passaggio è ben visibile, con quei resti intrisi di sangue abbandonati sugli scalini.
Le siringhe sporche di sangue confermano il ritorno alla grande dell’eroina in questa città che negli anni Ottanta è stata una delle capitali del Sud per spaccio di eroina. A differenza del passato, come la Gazzetta ha più volte annotato, i tossicodipendenti non si nascondono più nei posti meno frequentati, nell’ombra, nelle periferie, negli anfratti urbani della solitudine, piuttosto si «bucano» alla luce del sole, sotto gli occhi di tutti. Una sorta di indifferenza reciproca, tra chi si inietta la roba e chi passa accanto. Questa, probabilmente, la vera differenza tra lo zoo degli anni Ottanta e quello odierno, una differenza di empatia, non certo di dipendenza o di distribuzione capillare dello spaccio.
Gli investigatori, in realtà, confermano che l’eroina non è mai scomparsa dal mercato barese (e ovviamente internazionale). Gli anni Duemila hanno catalizzato l’attenzione degli esperti piuttosto sulle nuove droghe sintetiche, di più facile smercio e di facilissima assunzione. L’ultimo decennio, inoltre, è stato caratterizzato da ben altri tipi di dipendenze e di devianze: gioco d’azzardo, bullismo, cyberbullismo e ancora, prepotentissimo, l’alcol. Non a caso i Sert, un tempo «regno» degli eroinomani si è trasformato da Servizio per la cura delle tossicodipendenze in Serd, Servizio per la cura delle dipendenze patologiche.
Insomma, l’eroina nell’immaginario collettivo è stata presto archiviata come un fenomeno del passato, ma è invece una componente della nostra quotidianità. E oltre tutto costa meno di un tempo e meno di altre sostanze stupefacenti (poco più della metà della cocaina, intorno ai 25 euro di media). Il mercato, tuttavia, offre anche le microdosi che vengono smerciate a un costo che oscilla tra i 5 e i 7 euro, una sorta di «offerta lancio», un modo per iniziare a fidelizzare i clienti. L'utente medio invece, ha intorno a 25 anni, è incensurato, senza grossi problemi in generale, senza neanche una particolare attenzione a nascondere a casa il problema, e senza nessuna voglia di chiedere aiuto.
Il fatto che i pusher arrivino perfino a regalare qualche dose ha di fatto reso queste sostanze alla portata di tutti, in particolare dei minorenni. Siringa, cucchiaio, accendino. Sono ricordi di un fenomeno di massa molto datato. È cambiato il contesto. L’eroina è sicuramente molto più accessibile di una volta - si trova praticamente ovunque - ed è diventata una droga sulla quale le nuove generazioni sono meno consapevoli di quanto non lo siano state quelle che le hanno precedute.