BARI - Il buon senso induce a ipotizzare che ci sarà una sospensiva e che il concorso per i presidi, di cui gli orali sono in corso, fino alla fine sarà salvo. In caso contrario, se dovesse essere applicata la sentenza del Tar Lazio con l’annullamento delle procedure, si rischierebbe l'ingovernabilità delle scuole. Di troppe scuole.
Soltanto a Bari città i posti da coprire sono saliti a undici. Ma la graduatoria dei dirigenti è ormai esaurita da tempo. Già lo scorso anno si è raschiato il barile.
Da settembre prossimo perdono il diritto ad avere un capo di istituto tutto per loro il 26esimo circolo didattico «Monte San Michele», le medie inferiori «Fiore» e «Amedeo d'Aosta» e il professionale per i servizi sociali «De Lilla»: chiuse le iscrizioni, fra frequentanti e nuove matricole non è stata raggiunta la soglia dei 600 alunni, tetto minimo indicato dal ministero per conservare l’autonomia. Queste scuole dovranno necessariamente andare a reggenza, e cioè avranno un preside in condominio con un’altra istituzione.
Se il concorso dovesse andare a buon fine, potrebbe invece essere differente la sorte delle altre 7 scuole, i cui dirigenti sono in pensione. Gli istituti comprensivi «Falcone-Borsellino» e «Don Milani-Ungaretti» sono in attesa di un preside titolare già dallo scorso anno. Il primo, i cui sette plessi sono distribuiti fra i rioni Stanic e San Paolo, era stato affidato a Ester Gargano, titolare del «De Lilla». Il secondo, sempre del San Paolo, è stato nelle competenze di Ermelinda Cucumazzo, che a sua volta dirige il comprensivo «Giovanni Paolo II-De Marinis» di Carbonara. I dirigenti con più incarichi sono stati costretti, dunque, a fare la spola da un quartiere all’altro, perché chiamati a guidare, oltre al proprio, anche un secondo istituto per il quale hanno accettato la reggenza.
Ma l’elenco dei disagi è destinato ad allungarsi. Sono stati collocati a riposo i capi degli istituti comprensivi «Balilla-Imbriani» di Madonnella e «Manzoni-Lucarelli» di Ceglie. Per il medesimo motivo restano in attesa di conoscere il nome del nuovo preside gli studenti, i professori e il personale tecnico-amministrativo del tecnico economico-informatico-turistico Lenoci, del tecnico Euclide-Caracciolo e del convitto Cirillo.
Scuole di medie e grandi dimensioni che, per poter funzionare al meglio, hanno bisogno di una guida stabile e non di un preside ballerino.
È preoccupata l’assessore alle Politiche educative e giovanili, Paola Romano: «Quello all’istruzione è un diritto garantito dalla Carta costituzionale a cui non si può derogare. Non è pensabile che uno stesso dirigente possa gestire più scuole, farsi carico della complessità delle mansioni che è chiamato ad assolvere con la responsabilità di dare gli indirizzi a decine e decine di docenti e a migliaia di studenti che meritano, ognuno, attenzione».
In questa fase a sostenere gli orali sono 3.800 aspiranti presidi in tutta Italia per 2.900 posti messi a bando. Ma il Tar del Lazio ha accolto un primo ricorso tra quelli presentati da numerosi candidati che avevano denunciato irregolarità nelle prove, annullando la gara. Si tratta però del primo grado di giudizio. Non a caso il Ministero ha annunciato che farà a sua volta ricorso contro la decisione del Tar e che si sta già predisponendo, con l'Avvocatura dello Stato, l’appello al Consiglio di Stato. Nel frattempo potrebbe arrivare nei prossimi giorni la sospensiva, garantendo la prosecuzione senza interruzioni delle procedure in atto.
Se però dovesse avere ragione il Tar, che ha chiesto la ripetizione delle prove, di tutte le prove, scritte e orali per tutti, sarebbe il caos.