Un primo bilancio «Quota 100» e uno sguardo sulle prossime riforme della Lega: il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon - oggi a Bari, alle 16,30 (a Villa Romanazzi), per un convegno dell’Ugl con il candidato sindaco del centrodestra, Pasquale Di Rella, e il segretario generale dell’Ugl Francesco Paolo Capone, spiega alla Gazzetta le prossime mosse del Carroccio per l’occupazione.
Sottosegretario Durigon, è possibile un primo bilancio per Quota 100?
«Sono state presentate 160mila domande complessive: il dato mostra il valore dello strumento che offre una strada virtuosa per superare i disagi creati dalla Fornero e favorisce un ricambio generazionale. In più si agevolano le imprese che possono investire sul capitale umano, mentre va in pensione chi era al lavoro demotivato dagli effetti della riforma montiana».
I critici, compreso Alberto Brambilla, sostengono che il governo abbia proposto un provvedimento che guarda al passato e non al futuro dei giovani.
«La verità è una: oggi in Italia c’è carenza di lavoro. Pensare che i giovani possano trovare lavoro con un mercato ancora più chiuso in uscita è improbabile. Il turn over nel pubblico impiego, ma anche nel privato, può alimentare concrete speranze di occupazione. Il tasso giovanile di disoccupazione in Italia è frutto della iniquità della Fornero che tutti gli economisti illuminati hanno definito la panacea di tutti i mali. Ci avevano detto che Quota 100 non si poteva fare. Abbiamo messo coperture per 21 miliardi e non saranno spesi tutti. E si dimentica che le clausole di salvaguardia della Fornero sono costate 13 miliardi».
Il suo impegno per il lavoro è stato riconosciuto anche da il manifesto. Come evolverà la riforma delle pensioni?
«Dopo quota 100, adotteremo una ridefinizione del mercato del lavoro in uscita, con quota 41. Gli altri interventi saranno la divisione nell’Inps tra assistenza e previdenza e il salario di produttività, tassato con solo il 5% per avere buste paga al passo con il costo della vita».
Come ha trascorso queste settimane di conflitto con il M5S da unico esponente del Carroccio nel Ministero di Di Maio?
«Ci sono state troppe forzature da campagna elettorale. Alcuni sondaggi danno la Lega primo partito e i pentastellati in ribasso: da qui le polemiche. Tutto può tornare in un alveo armonioso dopo le elezioni. Ma sarà giusto valutare anche il voto degli elettori. Saremo il primo partito e le nostre azioni avranno maggiore forza».
A che punto è il piano straordinario delle assunzioni?
«Restituiremo al vocabolario italiano il verbo “assumere”, con un programma di concorsi che faremo in fretta a partire dal prossimo anno».
Reddito di cittadinanza in Puglia (oltre 70mila richieste) e centri per l'impiego. Quali luci e quali ombre?
«I centri vengono da una gestione fallimentare. Stiamo investendo per rigenerarli, ma ci vorrà del tempo. Intanto avremo un albo delle professioni e un sistema informativo del lavoro che offrirà tempestivamente informazioni a enti e imprese».
C’è spazio nel governo Conte per la storica proposta dell’Ugl sulla cogestione dei lavoratori secondo il modello Volkswagen?
«Credo nella partecipazione e stiamo valutando una legge che garantirà un rapporto identitario differente dei lavoratori, sempre più al centro delle scelte delle aziende. Ma la vera scommessa sarà l’approvazione, entro giugno, di un decreto sulla sicurezza sul lavoro per segnare un cambio di rotta rispetto all’incremento delle morti bianche, vera piaga in Italia».