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Bari, il nuovo terminal crociere sarà aperto anche alla città

 
Donatella Lopez

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Donatella Lopez

Bari, il nuovo terminal crociere sarà aperto anche alla città

Il porto cambia volto e si ricongiunge allo scalo aereo: questa la scommessa per rilanciare il turismo

Lunedì 01 Aprile 2019, 13:27

13:30

BARI - La crescita e la vivibilità di una città passa attraverso i servizi offerti ai residenti, ai turisti e a chi, per esempio attraverso la movimentazione delle merci, muove l’economia del territorio. In una sola settimana, il porto di Bari ha presentato il progetto del nuovo terminal passeggeri e Aeroporti di Puglia il suo Piano strategico 2019 – 2028; il documento di programmazione che definisce le linee guida della crescita di tutta la rete aeroportuale regionale. E solo due anni saranno sufficienti a: migliorare i servizi a terra per i passeggeri in transito al porto di Bari; ad armonizzazione le strutture ricettive con il vecchio molo foraneo (il molo borbonico) e a rendere più funzionale il flusso veicolare e pedonale dell’intero piazzale retrostante la banchina 10. Un progetto a cui è stata data una forte impronta «green» creando una struttura ad alta sostenibilità ambientale.

Sarà il sole a dare calore I muri perimetrali, «le facciate» per meglio dire, cattureranno il calore del sole per restituirlo all’interno nelle ore serali; per citare una delle scelte strategiche fatte a livello progettuale. Una struttura che si svilupperà su una superficie di 3.200 mq per un importo complessivo, necessario per la realizzazione, di circa 7 milioni di euro: 4milioni 235mila euro che provengono da un rientro finanziario della Regione Puglia e la restante parte finanziata con fondi di bilancio dell’Autorità di sistema portuale.

Le volumetrie Allo stato attuale, il progetto ha previsto al piano terra, una superficie coperta di 2.200 mq e 400 mq di porticato aperto, la hall di ingresso all’interno della quale saranno sistemati 10 desk meet&greet, destinati all’accoglienza e alla registrazione dei passeggeri, e una sala d’attesa. Nell’area di imbarco, i controlli di sicurezza saranno effettuati da apparecchiature di ultima generazione: apparati radiogeni (scanner e rx) e portali magnetici per la rilevazione di metalli.
Il progetto prevede, inoltre, la realizzazione di un’area per il drop-off (ricezione dei bagagli); una sala deposito bagagli (circa 600 mq), accessibile ai passeggeri direttamente dalla banchina; aree servizi destinate alle forze dell’ordine; servizi igienici e diversi uffici. Il piano primo, che si estenderà su una superficie complessiva di 950 mq, sarà costituito da un’ampia sala di attesa, provvista di un bar con tavolini interni ed esterni posti sulla terrazza «Piazza del Mare». La piazza, nelle intenzioni dell’AdSP, potrà essere utilizzata dalla cittadinanza come foyer per eventi, conferenze, incontri, in quanto l’area di attesa interna al terminal potrà essere trasformata in una sala polifunzionale, utilizzata per mostre o concerti, con un affaccio sul mare «strepitoso» anticipa chi ha seguito da vicino la fase progettuale. La time line, i tempi di realizzazione, per creare tutto ciò è sorprendente, ma un dato, in particolare, stona con tutto il resto ed è quello relativo alle autorizzazioni per le quali è stato stimato un arco di tempo pari a quello della progettazione stessa.
«Sulla time line ci siamo mantenuti cauti – commenta il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale di Bari Ugo Patroni Griffi–a causa della complessità delle trattative burocratiche per il 90% inutili. E questo è il male del paese. Noi potremmo realizzare questo terminal con sette/otto mesi di anticipo se non fossimo soffocati dalla burocrazia».

Senza piano regolatore «Stiamo lavorando su un progetto organico - prosegue Patroni Griffi - Il porto di Bari, come tutti gli altri della Puglia, è privo di piano regolatore. Per la prima volta stiamo cercando di dotare questi porti del piano regolatore in cui vengano approfondite tutte le interazioni e le sinergie possibili con la città. Al vertice porremo l’esigenza della portualità, perché il porto nasce e sarà a servizio preminente dei traffici marittimi. Ma consideriamo di soddisfare altre esigenze come raccordare meglio il porto di Bari con la città. Cioè segnare percorsi d’interazione porto-città».

Mare - cielo Tra gli obiettivi cardine, per favorire soprattutto una spinta propulsiva per l’economica del territorio, vi è poi la connessione porto-aeroporto «A Brindisi, dove è più facile, stiamo realizzando un molo che colleghi direttamente, via mare, porto e aeroporto – fa sapere il presidente dell’AdSP - A Bari stiamo lavorando su un progetto differente che è quello di creare un circuito doganale unico per cui, per esempio, il crocierista può svolgere i controlli in porto validi anche per il transito in aeroporto. In Italia c’è solo un progetto già strutturato in tal senso ed è quello che ha messo in connessione il porto di Civitavecchia con l’aeroporto di Roma-Fiumicino. Il nostro intendimento è quello di integrare i due piani di sviluppo porto e aeroporto; argomento sul quale c’è già stato un ampio confronto. E questo ci serve per sviluppare un nuovo prodotto, a grandissimo valore aggiunto per quelle che sono le ricadute sulla città, che è il fly and cruise: la possibilità che turisti di tutto il mondo arrivino a Bari in aereo e da qui proseguano il viaggio sulle navi da crociera». A riguardo vale la pena ricordare che sono stati condotti studi che hanno dimostrato che il fly and cruise generano due notti di permanenza sul territorio; a tutto vantaggio di alberghi, bar, ristoranti e negozi. Inoltre, grazie alla massiccia promozione all’estero del brand Puglia, cresce l’interesse delle aziende pugliesi per l’esportazione all’estero di prodotti di facile deperibilità: formaggi freschi, stagionati, salumi e vino.

La strategia «Abbiamo parlato di questo con l’aeroporto – dice Patroni Griffi - E io ho chiesto che il demanio aeroportuale venisse inserito nelle Zes (zone economiche speciali ndr.) perché ritengo che porto e aeroporto rappresentino asset strategici che devono dialogare tra loro. Con Onesti ci siano confrontati più volte e c’è totale intendimento di idee. Riteniamo che l’intermodalità che possiamo sviluppare possa essere enfatizzata dalla presenza degli aeroporti commerciali di supporto. Un’intermodalità che ha potenzialità inesplorate. Servono operatori e un tessuto economico che la sfrutti. Poi, quante più possibilità di intermodalità si hanno e più si riducono i costi unitari della movimentazione delle merci. Serve sviluppare la logistica e il tessuto produttivo retroportuale».

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