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Sottocuoco: la cena a km 0 arriva a domicilio

 
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Sottocuoco: la cena a km 0 arriva a domicilio

L'idea è nata dalla giornalista ed esperta di enogastronomia Barbara Politi: lo staff propone piatti e menu da consegnare a casa dei clienti

Martedì 26 Marzo 2019, 09:40

Una cena con riso, patate e cozze come se l’avesse preparata la nonna. Un piatto espresso di parmigiana di melanzane oppure di fave e cicorie, che richiedono abilità e tempo per l’acquisto degli ingredienti e per la preparazione, consegnati ancora fumanti. Oggi è possibile. Basta un click e i piatti tipici, confezionati da cuochi amatoriali, arrivano a domicilio. La app Sottocuoco si candida a diventare uno strumento prezioso per chi ama le pietanze di qualità preparate con prodotti a chilometro zero, ma che sceglie non di rivolgersi al ristorante, bensì a chi coltiva la passione per i fornelli.


L’idea è Barbara Politi, giornalista esperta in enogastronomia, già autrice del format «Pranzo di Babette», in collaborazione con il centro studi e ricerche «Spazi Comuni», diretto da Francesco Pezzulli, sociologo, ricercatore e esperto in app innovative.
Barbara racconta: «Sui social ho creato una community da cui è nata Puglia laboratorio, una start up che ha l’ambizione di soddisfare le esigenze dei buongustai e di offrire una opportunità a chi della manipolazione del cibo vuole farne un mestiere».
SottoCuoco è una app che permette agli aspiranti chef (i «SottoCuochi») e ai golosi (le buone «Forchette») di incontrarsi. Il «sottocuoco» si registra gratuitamente sul sito www.sottocuoco.com o tramite l’app (è disponibile su iOS e Android), specifica la città in cui vuole proporre i propri servizi, carica foto, ingredienti utilizzati e listino prezzi dei piatti che prepara, e il gioco è fatto. L’utente che si registra come «forchetta» non deve fare altro che selezionare il piatto o il servizio che desidera e prenotare con un click, per trovarsi il proprio manicaretto preferito consegnato direttamente a casa. Viene così allestito un ristorante virtuale, senza intermediazioni. La piattaforma è libera e gratuita: a decretare il successo dei singoli sono le recensioni. Un «sottocuoco» può decidere di vendere un piatto, un menù, di organizzare un pranzo o una cena a casa sua oppure di cucinare nell’appartamento del cliente. Viene rilasciata una ricevuta non fiscale, consegnata come promemoria al commercialista e dichiarata sotto la formula di redditi diversi.


«Ci siamo ispirati al film “Amici miei” per scegliere il nome di SottoCuoco – aggiunge Barbara Politi - perché vogliamo promuovere i valori della convivialità, del rispetto delle tipicità territoriali e della genuinità, offrendo a tutti coloro che coltivano l’amore per i fornelli la possibilità di trasformare questo talento in una occupazione».
Aspetto, quest’ultimo, su cui pone l’accento l’assessore al Lavoro e alle Politiche giovanili, Paola Romano: «Aiutare le persone ad incontrarsi è una delle sfide del nostro tempo. Questo progetto innovativo permette ai giovani di sviluppare nuove professioni e di seguire le proprie attitudini: il portale può diventare una vetrina per gli studenti degli istituti alberghieri che hanno il desiderio e la necessità di mettersi in mostra».


All’inizio del 2018, ben 4 milioni di italiani hanno utilizzato una app per farsi consegnare il cibo a casa. Un trend che riguarda soprattutto le grandi città e la fascia di età compresa tra i 25 e 45 anni, adulti sempre meno propensi a perdere tempo fra il frigo da riempire e le pentole, e con il timore di spendere troppo al ristorante. Il mercato, secondo una stima di Coldiretti, sembra destinato a crescere. SottoCuoco coglie questo trend, ma diversifica l’offerta, perché promuove la cucina del territorio e propone l’home food come mezzo di integrazione sociale.
Un modo per vivere una esperienza identitaria a tavola, per mettere a sistema la cucina casalinga e per muovere i primi passi nel mondo dell’autoimprenditoria.

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