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Anmic al Governo: «Pensioni d’invalidità bloccate a 285 euro»

 
Ninni Perchiazzi

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Ninni Perchiazzi

L'«invalidità» è reddito Isee una mannaia per 25mila

Il debutto imminente del sussidio di stato varato da Palazzo Chigi di fatto non migliora la condizione delle persone con disabilità, escluse dai suddetti benefici

Giovedì 14 Febbraio 2019, 11:50

15:54

BARI - Il reddito di cittadinanza non incrementa le pensioni d’invalidità bloccate a 285 euro al mese, l’Anmic Bari lancia un appello al Governo, pronta a portare a Roma il fronte della protesta. Il debutto imminente del sussidio di stato varato da Palazzo Chigi di fatto non migliora la condizione delle persone con disabilità, escluse dai suddetti benefici, nonostante le precedenti rassicurazioni.
L’associazione nazionale invalidi civili denuncia «le promesse elettorali non mantenute», disattendendo le aspettative delle persone disabili, di fatto estromesse dalla misura dell’esecutivo gialloverde, che avrebbe dovuto «automaticamente» innalzare tutte le misere pensioni di invalidità ancora ferme a 285 euro. «Come Anmic Bari abbiamo accolto da subito l’appello del nostro Presidente nazionale Nazaro Pagano a proseguire la battaglia per la difesa dei diritti delle persone con disabilità», afferma il presidente Anmc Bari Michele Caradonna, annunciando la mobilitazione su Roma, qualora la vicenda non si risolva a livello Parlamentare, «nonostante il sostegno di tutte le forze politiche più sensibili a questi temi».

L’Anmic si è attivata con proposte concrete rivolte al Governo per migliorare la bozza del Decreto al fine di difendere il diritto dei cittadini con disabilità ad una migliore condizione, ma gli emendamenti non sono stati accolti: dall’eliminazione dal concetto di reddito familiare delle prestazioni economiche (assegno mensile e pensione di inabilità 100%) in godimento degli invalidi civili (è escluso dal reddito di cittadinanza il componente di in una famiglia in cui ci sono due percettori di assegno di invalidità) alla possibilità di considerare i soggetti disabili, percettori di prestazioni assistenziali, nucleo autonomo rispetto alla famiglia anagrafica, con la previsione dell’integrazione di assegni e pensioni al 100% fino a raggiungere le soglie previste per il reddito di cittadinanza. Bocciata anche la richiesta di dare l’opportunità ai disabili maggiorenni (non obbligati alla stipula dei patti per il lavoro), di essere inseriti su domanda in un apposito elenco dal quale essere chiamati per l’avvio al lavoro secondo le modalità della legge 68/99.

«Ci aspettano tempi duri in cui l’unione, la determinazione di tutti gli appartenenti alla nostra categoria può fare la differenza» insiste Caradonna, che si già attivato presso la sede barese per reperire le disponibilità degli interessati a partecipare all’eventuale mobilitazione nazionale su Roma, mentre le spese di viaggio con bus organizzato saranno sostenute dall’Anmic locale.

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