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Bari, reddito di cittadinanza: assalto ai Caf per l’Isee

 
Ninni Perchiazzi

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Ninni Perchiazzi

Bari, reddito di cittadinanza: assalto ai Caf per l’Isee

Un operatore: «In un mese fatte la metà di tutte le certificazioni del 2018»

Martedì 12 Febbraio 2019, 09:14

BARI - Irrompe il reddito di cittadinanza, uffici pubblici e centri di assistenza fiscale presi d’assalto. Specie nei quartieri più popolari. Si tratta del provvedimento varato dal Governo gialloverde «quale misura di contrasto alla povertà» ed al tempo stesso per favorire l’ingresso nel mondo del lavoro a giovani e disoccupati. Si tratta di 780 euro al mese (per un anno e mezzo estendibile fino a tre) che molti ora vedono come la terra promessa. Per gli over 65 c’è invece la pensione di cittadinanza.

C’è chi gioca d’anticipo, chi deve mettersi in regola per rispettare i parametri previsti dal Decreto dignità - e in ogni caso in un circuito virtuoso destinato ad agevolare l’accesso al lavoro -, ma anche chi prova a insinuarsi tra le pieghe della legge. Non si sa mai, si riesca a gabbare il sistema. Può bastare però, anche l’acquisto di un’auto per essere tagliati fuori dal sussidio, al pari di chi pensa di licenziarsi per rientrare nella platea dei beneficiari e magari aspettare sul divano di casa l’arrivo della salvifica card. Al clima di fermento generale, non fa eccezione il capoluogo pugliese dove è scattato il conto alla rovescia per gli aspiranti al reddito in vista del 6 marzo, la scadenza chiave per il via alle prime domande (il modulo sarà predisposto dall’Inps) da inviare online - sul portale dedicato www.redditodicittadinanza.gov.it - oppure tramite uffici postali e Caf.

Assalto Il tempo quindi stringe. «In tutto il 2018 ho elaborato circa 1.100 modelli Isee, nel 2019 in meno di un mese, considerato che non apriamo tutti i giorni ne abbiamo già fatti 500», spiega Alessandro Leone, titolare di un Caf al Libertà, anche lui costretto come qualche altro collega a dotarsi di un eliminacode per gestire al meglio la sempre maggiore affluenza di gente. «La gente vede la pubblicità del Governo in televisione e corre da noi, che nel frattempo non abbiamo ricevuto alcuna circolare sul da farsi da parte dell’Inps», dice ancora, per poi svelare le domande più frequenti che vede porsi. «C’è chi vuole capire cosa succede se si è già percettori di un assegno di invalidità oppure se può trasferirsi a casa della nonna o di un parente per accedere al reddito. In ogni caso, noi evitiamo di dare consigli, anche perché al momento c’è più di un’incertezza, come per gli anziani che prendono la pensione sociale ovvero 620 euro al mese. Diventerà di 780 euro come il reddito di cittadinanza? Al momento non è dato saperlo», conclude.

Tre settimane Poco più di tre settimane quindi, ai fini della predisposizione della corposa documentazione da presentare per ottenere il beneficio offerto dallo Stato, con una particolare attenzione ad evitare gli errori o peggio a mentire. I furbi (o gli sbadati) infatti rischiano fino a sei anni di carcere, che diventano tre per coloro i quali non dovessero comunicare le eventuali variazioni alla propria situazione patrimoniale, reddituale o familiare, dall’Isee aggiornato alle novità intervenute sotto l’aspetto occupazionale, se per esempio si è stati assunti. Il Governo ha infatti annunciato verifiche imponenti, frutto della collaborazione tra Agenzia delle entrate, Inps e Guardia di Finanza: l’obiettivo è incrociare le banche dati.

Codice «spid» L’acronimo sta per «sistema pubblico di identità digitale»: è un account digitale strettamente personalizzato che permette di accedere ai servizi di oltre 4mila enti della pubblica amministrazione e alle loro relative piattaforme. È uno dei requisiti necessari per la richiesta del reddito di cittadinanza online composto da un nome utente e una password. Per farne domanda si deve essere maggiorenni, residenti in Italia o in possesso di permesso di soggiorno e bisogna disporre di numero di telefono, documento di identità, tessera sanitaria o codice fiscale e un indirizzo e-mail. L’iscrizione è possibile farla sul web, gratuitamente, attraverso 8 gestori (Namirial, Intesa, Sielte, Tim, Register.it, Aruba, Infocert e Poste).

Esclusione Occhio quindi ai motivi di esclusione. Il principale riguarda il limite del cosiddetto patrimonio mobiliare (la disponibilità economica annua) che non deve superare i 6mila euro per nucleo familiare, calcolando tra giacenza media di conti correnti bancari e postali, titoli e buoni del tesoro posseduti (ma si può arrivare fino a 20mila euro per le famiglie con persone disabili), mentre eventuali seconde case non devono superare il valore di 30mila euro (in termini di rendita catastale ai fini Imu equivale a 180 euro). Inoltre, nella domanda vanno indicati targhe ed estremi di registrazione di auto e motoveicoli posseduti in famiglia: si è fuori dalla platea destinataria del sussidio di stato se si è acquistato un’automobile a far data da settembre scorso, mentre si va indietro di ben due anni se la vettura ha una cilindrata superiore a 1.600 cavalli (250 cc per i motoveicoli). In definitiva, il reddito annuo Isee (l’indicatore della situazione economico patrimoniale) del nucleo familiare non deve superare 9.360 euro.

Requisiti Per ottenere il sostegno economico che tante polemiche sta suscitando, occorre essere maggiorenni, cittadini Ue o titolari del permesso soggiorno con residenza in Italia per almeno dieci anni (di cui gli ultimi due in modo continuativo). Il denaro assumerà la forma di una card prepagata di Poste italiane (comprende anche le agevolazioni relative alle tariffe elettriche e gas), con il limite mensile di 100 euro per i prelievi in contanti. I beneficiari quindi, saranno contattati dai centri per l’impiego deputati attraverso i cosiddetti «navigator» (ne verranno formati e assunti 8mila) a individuare il percorso di formazione o di (re)inserimento lavorativo, dalle otto ore settimanali da dedicare a impieghi di utilità collettiva fino alla sigla del patto per il lavoro, la formazione o l’inclusione sociale, sulla base delle capacità individuali. I beneficiari non potranno rifiutare tre proposte di lavoro cosiddette «congrue», pena la perdita del sussidio.

Offerta congrua Si tratta della proposta di lavoro in linea con il curriculum e in linea di massima vicino casa. Il decreto prevede che nei primi 12 mesi la prima offerta di lavoro potrà arrivare entro 100 km o 100 minuti di viaggio. In caso di rifiuto, la seconda proposta estende il raggio d’azione a 250 km, la terza coinvolge tutta Italia. Dopo i 18 mesi tutte le offerte possono arrivare da tutto il territorio nazionale.

Aziende La norma premia anche le aziende che assumono in termini di esonero dei contributi previdenziali e assistenziali.

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