Una bimba di 3 anni, di Taranto, non vaccinata perché affetta da una patologia grave, è ricoverata al «Giovanni XXIII» di Bari per morbillo. Una ragazza 21enne, barese, è invece ricoverata per lo stesso motivo in Malattie infettive al Policlinico. Il morbillo non è andato via, tanto che in appena 48 ore sono giunte alle Asl diverse notifiche di sospetto contagio, tutte attualmente in corso di esame. Dopo gli otto casi di inizio novembre, l’attenzione in Puglia resta molto alta: l’Osservatorio epidemiologico lavora per capire se esiste un collegamento con questi ulteriori due casi (la bimba di Taranto, confermata, e la 21enne di Bari, altamente probabile), collegamento che ad oggi non si può confermare ma nemmeno escludere.
La bimba di Taranto è stata ricoverata alla fine della scorsa settimana al Ss Annunziata, in Pediatria. Poi, a fronte di un quadro complicato, ne è stato disposto il trasferimento al «Giovanni XXIII» di Bari. Nel frattempo, il laboratorio di Epidemiologia del Policlinico diretto dalla professoressa Maria Chironna ha confermato la diagnosi di morbillo, ed è scattata la rete delle contromisure. Il Dipartimento di prevenzione della Asl di Taranto, diretto dal dottor Michele Conversano, tra sabato e domenica ha disposto la vaccinazione a tappeto di tutte le persone che hanno avuto contatti con la bimba in ospedale, compresi i medici e il personale sanitario. Lo stato di salute della piccola, che per la sua particolare patologia è seguita dai medici del Gaslini, al momento è sotto controllo.
La 21enne barese, non vaccinata, è ricoverata da lunedì. A destare un minimo di preoccupazione in chi sta seguendo il caso sono due elementi. Primo, il fatto che era stata visitata al Pronto soccorso del Policlinico negli stessi giorni del focolaio epidemico di inizio novembre. Secondo, la circostanza relativa al suo lavoro (cassiera di supermarket), che dunque può averla portata a contatto con moltissime persone: il morbillo è estremamente infettivo già due giorni prima della comparsa dei sintomi. Ecco perché la conferma dell’infezione (arrivata ieri) ha imposto alla Asl di Bari la messa in atto di misure immediate di profilassi.
Nei prossimi giorni l’Osservatorio epidemiologico dovrebbe emanare un nuovo bollettino relativo alla situazione del morbillo in Puglia. Sono in corso anche accertamenti sul ceppo responsabile del focolaio di inizio novembre, ceppo che non sembrerebbe essere endemico in Italia. Anche per questo motivo, al momento non è chiaro quale sia la fonte originaria del contagio del caso-indice, una bimba di 8 anni, di Bari, figlia di anti-vax che hanno rifiutato più volte il vaccino arrivando addirittura a comunicare numeri di telefono errati.
Senza collaborazione dei familiari, l’indagine epidemiologica può procedere solo per ipotesi. La prima è che abbia contratto il virus da qualche caso non notificato (può accadere, perché non tutti i malati si presentano in ospedale o dal medico di famiglia, soprattutto se si tratta di stranieri in viaggio), la seconda che nei giorni precedenti al ricovero presso l’ospedale pediatrico di Bari sia stata in viaggio con i genitori, e sia stata contagiata fuori dai confini italiani. Al momento non ci sono certezze, e l’attenzione dei medici resta altissima. Ma c’è anche un risvolto positivo: numerosi ambulatori vaccinali stanno registrando maggiori afflussi, perché in tanti hanno compreso che non vale la pena rischiare conseguenze gravi per una malattia evitabile come il morbillo.