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Scuole baresi, la prima sigaretta si accende a 9 anni

 
Antonella Fanizzi

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Antonella Fanizzi

Scuole baresi, la prima sigaretta si accende a 9 anni

L'esito di una ricerca negli istituti di Bari

Sabato 24 Novembre 2018, 11:16

17 Novembre 2024, 20:48

La campanella d'allarme suona alle elementari. Il 7,4% dei bambini che frequentano le classi quarte e quinte della nostra città ha già fumato la prima sigaretta. Il 6% riferisce che sarebbe curioso di provare, ma l'86% per fortuna ritiene che il fumo faccia molto male alla salute e che la sigaretta dovrebbe essere vietata. Alla domanda sul perché si comincia a fumare, le risposte sono queste: per sentirsi più figo (54%), per provare (21%), per imitare gli adulti (16%), per sentirsi accettato (8%), per andare contro le regole (1%).

L'analisi condotta dall'Istituto oncologico di Bari è da brivido. Si chiama «Questa non me la fumo» la campagna di prevenzione contro il tabagismo, il cui coordinatore è Domenico Galetta, responsabile del dipartimento di Oncologia medica per la patologia toracica dell'Istituto tumori «Giovanni Paolo II», realizzata con Daniela Bafunno, psicologa e psicoterapeuta nel medesimo centro di ricerca, nell'ambito del piano strategico per la promozione della salute nella scuola, sostenuto dalla Regione. L'indagine è partita a febbraio del 2016 e ha coinvolto 19 istituti baresi, su un totale di 32 in tutta la Puglia. Il campione è significativo: al questionario hanno risposto in totale 7.700 alunni pugliesi, di cui 6.500 siedono sui banchi delle elementari di Bari.

Al quesito sui possibili svantaggi che possono derivare dal fumo, il 79% ha mostrato preoccupazione per i denti gialli, il 71% per l'alito cattivo, il 58% per una minore forza muscolare, il 52% per i capelli più deboli e il 40% per una crescita irregolare. Le opinioni sull'argomento sono diversificate: il 79% afferma «non fumerò mai», il 12% è indeciso («non so se diventerò un fumatore o no»), il 6% dice che vorrebbe provare a fumare, il 3% che si tratta di una cosa da grandi. E proprio i grandi, chiamati in causa dai più piccoli, spesso minimizzano: la dipendenza dal tabacco non viene percepita, in relazione alla fascia d'età su cui si basa l'analisi, come un problema sia perché «questi sono discorsi per adulti» sia perché «nella nostra famiglia nessuno fuma» e di conseguenza il rischio appare relegato ad altri.

Il progetto è strutturato per gradi: formazione dei docenti; coinvolgimento delle famiglie; compilazione di un questionario anonimo; lettura delle storie, gioco e percorsi interdisciplinari da fare in classe; verifica dell'efficacia dell'intervento. Alcuni dei protagonisti quest'anno frequentano le medie inferiori: chi siede sui banchi della Duse di San Girolamo, della Don Milani del San Paolo e del comprensivo Japigia 1 continuerà a seguire il programma e sarà chiamato a rispondere a un nuovo questionario. Lo scopo è valutare l'efficacia dell'azione che si è svolta nelle scuole elementari e capire se gli stessi ragazzi risponderanno in maniera differente alle nuove domande che saranno loro proposte.

Nel frattempo, le conclusioni a cui sono giunti i dottori Galetta e Bafunno sono queste: «Nei bambini è stato rilevato un atteggiamento prevalentemente negativo verso il fumo, ma è evidente la curiosità e il desiderio di volersi avvicinare alla sigaretta sia per i maschi e sia per le femmine. Alcuni hanno provato a fumare, ma le informazioni sull'argomento sono incomplete». Da qui le necessità di investire nelle campagne di prevenzione per sviluppare nei ragazzi la consapevolezza e la responsabilità del gesto di inalare la nicotina.

L'assessore alle Politiche educative e giovanili del Comune, Paola Romano, ha sposato e incoraggiato sin dall'inizio il progetto: «In questo momento storico è fondamentale agire sulla prevenzione, soprattutto alla luce delle morti causate dal cancro ai polmoni e del fatto che l'età della prima sigaretta si è abbassata pericolosamente. Il problema non sono i denti gialli o l'alito pesante: è importante partire dalla scuola per far capire ai bambini e agli adolescenti il valore della tutela della salute. I più piccoli sono i nostri migliori alleati a sostegno dei comportamenti virtuosi. Una volta rientrati a casa, hanno la capacità di modificare gli stili di vita dei genitori».

Domenico Galetta conclude: «L’85% dei tumori polmonari è dovuto al fumo di sigaretta. Per questo motivo risulta di vitale importanza convincere le persone a non fumare o ad abbandonare questa abitudine. In Italia la prima sigaretta si fuma a 11 anni e, chi ha cominciato così presto, a 13 anni consuma già una media di 14 sigarette al giorno. Nel periodo dell’adolescenza i giovani cercano di mettere in atto comportamenti che permettono loro di affermare la propria identità e di costruire una rete di relazioni sociali e affettive. Ci sono giovani che riescono a raggiungere tali obiettivi senza mettere in pericolo la propria vita, mentre altri optano per i comportamenti a rischio. L'Istituto tumori di Bari è impegnato nel campo della prevenzione primaria ritenendola una delle priorità per il benessere e la salute collettiva».

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