BARI - Appena firmato, è già il decreto della discordia. È polemica a distanza tra Anm e il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, sul decreto legge che sospende fino al 30 settembre i termini processuali e di prescrizione e i processi penali senza detenuti a causa della inagibilità del Tribunale di via Nazariantz, in attesa di trovare una sede dove trasferire gli uffici giudiziari.
All’indomani dell’entrata in vigore del provvedimento che consentirà di smantellare la tendopoli allestita per celebrare le udienze di rinvio, il parlamentino dell’Anm si è riunito a Bari deliberando la richiesta al ministro di integrare il decreto adottando procedure straordinarie per reperire una sede in tempi rapidi, definendo il testo licenziato dal Governo «una risposta parziale, tecnicamente imprecisa ed in quanto tale inadeguata ad affrontare l’emergenza».
Su Facebook il ministro Bonafede risponde: «La polemica non mi interessa, c'è veramente tanto lavoro da fare sulla Giustizia in Italia e sono concentrato solo su quello». «Forse - scrive il ministro nel post - c'è qualcuno a cui sarebbe piaciuto vedere ancora celebrare i processi in un tendone». Tutte le parti in causa - aggiunge - sono state informate «passo dopo passo, addirittura fino al momento prima di recarmi a Palazzo Chigi per presentare il decreto legge in Consiglio dei Ministri. E in quelle telefonate nessuno ha sollevato alcuna perplessità sulla sospensione dei processi».
Non la pensano così i magistrati. «Constatiamo che la problematica barese non è stata risolta. Il decreto legge non risolve, anzi aggrava la situazione» ha detto oggi il segretario dell’Anm, Alcide Maritati, aprendo i lavori della riunione straordinaria del Comitato direttivo centrale. Il presidente nazionale dell’Anm, Francesco Minisci, ha evidenziato come «la sospensione dei termini (prevista dal decreto, ndr) è un accessorio rispetto al tema principale» e addirittura il presidente della Giunta distrettuale di Bari, Giuseppe Battista, ritiene che il decreto sia «una soluzione peggiore del problema».
La criticità principale è rappresentata dalla mancata individuazione di un immobile che possa consentire anche solo le attività urgenti. I due edifici dove dovrebbero trasferirsi immediatamente gli uffici giudiziari penali, via Brigata Regina e l’ex sede distaccata di Modugno, sono sufficienti ad accogliere appena un quinto dei magistrati della Procura e metà di quelli dell’ufficio gip, ipotizzando una turnazione del personale amministrativo. «Inaccettabile e inammissibile» per Minisci e per i capi degli uffici baresi.
Particolarmente duro il procuratore, Giuseppe Volpe, che definisce il decreto «uno spot». «Vorrei capire - dice - se siamo di fronte a trascuratezza, incompetenza o forse malafede», ipotizzando danni erariali che dovranno essere valutati dalla Corte dei Conti.
















