Adesso possiamo dirlo con sicurezza: l’onda si sta ritirando, e possiamo pensare che nelle prossime settimane si ritirerà del tutto. Così volgiamo lo sguardo indietro, increduli che tutto sia stato così devastante, così crudele, e ripercorriamo quello che abbiamo visto. Abbiamo negli occhi quando l’onda del Covid-19 si è abbattuta su di noi e solo la forza della disperazione ci ha permesso di non soccombere. Solo il coraggio, l’eroismo, la dedizione di medici, infermieri e personale sanitario, che hanno rischiato, e anche perso, la vita. Abbiamo visto un’infermiera sfinita alla fine del proprio turno che si è addormenta sulla tastiera di un computer; i volti segnati dalle mascherine che tanti hanno dovuto indossare per tutto il giorno in una lotta contro l’onda che sembrava disperata.
La generosità di medici e infermieri meridionali che hanno risposto dieci volte il numero chiesto all’appello di Bergamo, di Brescia. E l’impegno umanissimo di tutti loro non ha potuto evitare la foto desolante di quei camion dell’esercito che trasportano le bare di vite a cui a malapena si è riusciti a dare un nome. Quella foto a cui ha dato la didascalia più giusta una frase di Michele Partipilo: “Se ne sono andati tutti allo stesso modo, senza un fiore, senza un saluto.” E ci portiamo negli occhi l’immagine del Papa solo nella piazza San Pietro vuota che prega con la fede di tutti i cristiani del mondo. E quella del presidente Mattarella solo all’Altare della Patria che porta in sé la dignità e l’appartenenza alla comunità di tutti gli Italiani. Del Presidente ci ha fatto tenerezza la frase di un fuorionda mentre registrava un messaggio: “Eh, Giovanni, non vado dal barbiere neanch’io.”
Poi abbiamo visto il lato oscuro del potere. Che per due settimane, forse più, non ha avvertito il mondo dell’onda che stava arrivando, per nascondere le proprie difficoltà. Abbiamo visto chi ha negato che l’onda ci fosse, per non fermare l’economia del Paese che era il proprio fiore all’occhiello e la garanzia di essere rieletto. Chi ha negato che fosse mortale, ostentando un machismo che hanno pagato i poveri, i meno protetti. Chi ha detto con sicumera che i cittadini del suo Paese dovevano prepararsi a perdere i loro cari, tranne poi cambiare idea quando l’onda ha sommerso lui e lo ha quasi ucciso. E abbiamo visto i loro Paesi pagare al Covid il maggior numero di vittime.
Abbiamo visto chi ha profittato dell’onda. Le mascherine, subito diventate introvabili, vendute, anche alle istituzioni, a un prezzo decine di volte superiore al costo. E con le istituzioni un’azienda con un capitale sociale di 50.000 euro ha fatto un contratto da 30 milioni, senza gara, per la fornitura di mascherine che poi si sono rivelate prive della certificazione di conformità. E con la possibilità di vendersene una parte per conto proprio. Sempre con le istituzioni un’altra azienda ha fatto un contratto da mezzo milione di euro per la fornitura di grembiuli e altro materiale medico di protezione. Qualcuno però si è accorto che nella proprietà di quella azienda ci sono dei congiunti (oggi si dice così) di un alto rappresentante della stessa istituzione del contratto, e allora il contratto è diventato una donazione. Un errore amministrativo, ha detto l’azienda, succede. L’alto rappresentante naturalmente era all’oscuro di tutto.
All’inizio dell’onda abbiamo detto: ci salviamo tutti insieme. Ma l’onda ci ha travolti con la sua violenza e allora chi era nelle istituzioni ha dovuto prendere delle decisioni. Per esempio mandare i guariti (si credeva) dal Covid nelle residenze per anziani. E non chiudere due focolai in una valle troppo importante per il Pil. E’ stata la strage che sappiamo, quella della foto con i camion. Le istituzioni però avevano il tempo di stare in televisione a celebrare il proprio operato e anche ad ascriversi il merito di aver salvato il Sud del Paese con quella chiusura che non avevano fatto nella valle dei focolai.
Intanto che in diretta televisiva sciorinavano cifre per gli aiuti a chi ne aveva bisogno, le istituzioni non riuscivano a pagare la cassa integrazione e i sussidi a chi li aspettava per sopravvivere. Ora gli occhi di tutti sono puntati sugli aiuti promessi da un’Europa che era sul punto di sfasciarsi, e si sono già opposti i Paesi delle formiche ‘frugali’ e quelli ‘poveri’. Le dimensioni vere del disastro dell’onda le vedremo in autunno. Fra un po’ sarà estate e andremo al mare in condizioni che non avremmo mai immaginato. Abbiamo detto all’inizio dell’onda: niente sarà come prima, ma ci sbagliavamo; gli uomini siamo gli stessi.