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Covid 19 e scuola, l'unica cosa certa: tutti promossi

Covid 19 e scuola, l'unica cosa certa: tutti promossi

 
Mimmo Giotta

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Mimmo Giotta

L’unica cosa certa tutti promossi

La pandemia di Coronavirus ha riproposto e aumentato con forza i problemi della scuola italiana, che sembravano ormai superati

Martedì 07 Aprile 2020, 17:30

Tutti promossi senza essere giudicati? Didattica a distanza obbligatoria dal primo settembre? Colpo di spugna su debiti e lacune? Addio alle interrogazioni e ai compiti in classe? Cosa fare con chi ha una disabilità e certamente pone un tema di disuguaglianze rispetto agli altri alunni? La pandemia di Coronavirus ha riproposto e aumentato con forza i problemi della scuola italiana, che sembravano ormai superati. Di classi pollaio e della necessità di tutelare la sicurezza sanitaria di insegnanti e alunni si riorna a parlare, ma dal primo settembre. Nessuno ci dice come saranno attrezzati aule e banchi per garantire la distanza di un metro da alunno ad alunno, né come si supereranno i doppi turni e come sarà risolto il problema delle aule anguste e non a norma, senza parlare dei problemi della supplentite, mobilità dei docenti.

Vista l’eccezionalità della situazione e l’assenza di alternativa, a queste questioni si risponderà con provvedimenti emergenziali a breve scadenza, condizionati come sono dall’andamento della pandemia. Giudicare gli studenti a distanza è cosa veramente difficile, il 30% delle famiglie in Italia non ha un computer (al Sud il 46%) e soprattutto come si potrà controllare se le risposte alle interrogazioni siano suggerite dai genitori o da Wikipeida?

Le richieste estemporanee di insegnanti che hanno proposto agli alunni di bendarsi per le interrogazioni a distanza lasciano il tempo che trovano. Assegnare loro il 6 politico, senza mettere in evidenza i debiti è ancora più pericoloso. Le insufficienze, le carenze dell’apprendimento devono apparire in pagella: è un principio di equità che non va disatteso per evitare i ricorsi e non deve costituire un alibi per la promozione di massa. La didattica a distanza non ha contorni chiari. Molti insegnanti stanno utilizzando Google Hangouts Meet (nella versione G Suite for education), grazie alla sua estrema versatilità e semplicità d’utilizzo. Lezioni interattive con i ragazzi per ogni ordine e grado, dalla primaria alla secondaria di secondo grado in modo semplice, senza troppe conoscenze informatiche e molto veloce. Con pochi passaggi la videochiamata parte. La valutazione dei contenuti viene attuata attraverso: colloqui e verifiche orali faccia a faccia in video-collegamento in presenza di altri studenti. La didattica a distanza deve essere sostenuta, rafforzata e diffusa il più possibile. Fondamentale fare ogni sforzo per consentire agli studenti che non hanno dispositivi adeguati di averne in comodato d’uso dalle proprie scuole; e bene anche la previsione del decreto di rendere la DAD obbligatoria per tutti i docenti: sarà così possibile mobilitare risorse per il momento inattive. Tutto bene se non fosse che per le competenze tecniche, l’alternanza scuola lavoro e altro, la didattica a distanza serve poco. E che dire degli alunni della scuola elementare che hanno bisogno non del computer ma di un maestro come punto di riferimento? Nessuno sa rispondere poi ad alcuni quesiti.

Come regolarsi con studenti che non hanno risposto o lo hanno fatto solo in parte alle indicazioni dei loro docenti, che non si sono presentati alle lezioni interattive, che non hanno prodotto le ricerche e svolto le verifiche richieste? Come ci si dovrà comportare in caso di presenza di elevato numero di valutazioni negative da parte dell’alunno? Come regolarsi per la valutazione degli alunni con bisogni educativi speciali o con disabilità? Tutti promossi con un piccolo debito da colmare nel prossimo anno scolastico? Basterà valorizzare il lavoro svolto a distanza, valutando l’impegno degli alunni in questi mesi, e la possibilità di adattare la valutazione alla situazione emergenziale con scrutini digitali? Purtroppo su voti e valutazione finale non ci sarà spazio per bocciature o per rimandati visto il rischio di ricorsi e le difficoltà che ancora ci sono con la didattica a distanza. Nell’attesa di conoscere quale sarà la scuola dopo lo tsunami coronavirus, non ci resta che affidarci ancora una volta ai docenti che in queste settimane hanno fatto di tutto per tenere in vita la scuola italiana senza contratto e con l’ipotesi non certo remota di una decurtazione dello stipendio per il periodo in cui da casa hanno continuato ad assicurare, ingegnandosi e facendo propria la didattica a distanza le competenze che ora tocca agli alunni assimilare per il loro futuro e quello dell’intero Paese.

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