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L'insostenibile lentezza dei treni tra Bari e Roma

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

L'insostenibile lentezza dei treni tra Bari e Roma

Certo, 475 chilometri in tre ore e mezza equivalgono a una media di 135 chilometri l’ora, una miseria in tempi di alta velocità: tra Roma e Milano si va a 300 all’ora

Mercoledì 21 Novembre 2018, 16:38

I treni diretti tra Bari e Roma scendono a quattro, a giorni alterni tra il venerdì e la domenica. Durante la settimana ci si fermerà invece a Caserta e Benevento, con un fatale allungamento (Trenitalia garantisce di no) dei tempi di viaggio. Tre ore e mezza per fare 475 chilometri attraversando l’Irpinia sui binari vecchi cent’anni, aspettando - nel 2026, se va bene - la linea ad alta capacità. Ma prima di strapparci i capelli, riflettiamo: su quei treni comanda il mercato.

A giugno 2017 il sindaco di Bari, Antonio Decaro, ottenne dal gruppo Fs - regnante il governo Pd - l’istituzione del treno diretto per la Capitale, che la società pubblica garantisce a tante altre città molto più piccole. Un esperimento, si disse allora. La decisione annunciata ieri da Trenitalia - che oggi è sostanzialmente in mano alla Lega, per il tramite di un manager che a Bari abbiamo conosciuto piuttosto bene - dice che quell’esperimento non ha avuto successo: il diretto funziona nel fine settimana, per chi rientra il venerdì da Roma e ci torna il lunedì mattina, ed è invece molto meno frequentato durante gli altri giorni. In Campania, viceversa, si fa il pieno di abbonati: chiunque viaggi in treno sa che le carrozze in partenza dalla Puglia sono vuote fino a Caserta e Benevento, dove si riempiono di pendolari.


Questi sono i fatti. Certo, 475 chilometri in tre ore e mezza equivalgono a una media di 135 chilometri l’ora, una miseria in tempi di alta velocità: tra Roma e Milano si va a 300 all’ora, e ci sono tratti della linea Adriatica adeguati ai 250. In Puglia, no: il progetto per arrivare da Bari a Napoli in due ore (oggi non ci sono nemmeno treni diretti) è di là da venire, perché i lavori per la nuova linea saranno lunghissimi, e non sono nemmeno finanziati per intero.
E dunque? È evidente che in settimana chi da Bari deve muoversi da e verso Roma sceglie altre soluzioni, a volte addirittura più economiche del treno (il riferimento è a Flixbus) per quanto più lente. L’aereo ha vantaggi è svantaggi, il secondo costituito soprattutto dalle tariffe che in alcuni momenti dell’anno appaiono proibitive. Il treno ha l’enorme vantaggio di condurre direttamente nel centro della città, ma ha anche costi di esercizio enormi che Trenitalia non può affogare - come faceva Alitalia in certi casi - nel mare magnum dei debiti: se i ricavi non superano i costi, si chiude.


Sul problema dello scarso traffico si può discutere all’infinito: è un problema di offerta o di domanda? È dovuto ai costi, alla comodità, al tempo di percorrenza? Non lo sappiamo. Di certo c’è che non siamo ancora al punto in cui il treno è il mezzo più comodo, senza discussioni. Lo sarà quando anche tra Bari e Roma si potrà viaggiare a 200 all’ora, scendendo a tre ore. Nel frattempo, aspettando i lavori lumaca dell’alta capacità, la Puglia è condannata ad accontentarsi.

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