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Il giardino dei sensi

Terra degli Dei: natura, profumo, turismo

Antonio Massaro

25 Settembre 2018

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Da paese dei pastori a stazione montana nell’arco degli ultimi quaranta anni. Terranova di Pollino, a 950 metri di quota, con una popolazione che si aggira sui 1200 abitanti, nell’Alta Valle del Sarmento, ad un tiro di schioppo in linea d’aria dalle alte cime del massiccio montano del Pollino, guarda, come gli altri piccoli centri aggrappati alle dorsali delle colline o posti sui cocuzzoli dei colli, al turismo per lo sviluppo socio-economico e per fermare l’emorragia demografica soprattutto giovanile. Alberghi, ristoranti, agriturismi sono sorti un po’ ovunque nel territorio terranovese. Dalla sua il piccolo centro oltre a tradizioni e sapori unici, ha una vegetazione lussureggiante con boschi di faggio e castagno. Una sorta di full immersion in uno scenario paradisiaco.

Le origini del borgo risalgono al XVI secolo, fondato come feudo dello Stato dell’attuale Noepoli, oggi Noia. Si scelse la zona a monte della valle, sulle alture a ridosso di una delle propaggini del complesso montano per distribuire la popolazione residente secondo un ordine che tenesse conto della utilizzazione dei siti. Al tempo dell’esistenza del Feudo di Noia ai primi caldi, quando l’erba nelle zone pianeggianti comincia a diventare secca, a Terranova (allora chiamata Terranovella di Noja (Noepoli) si veniva con le greggi del principe fino agli inizi di novembre, quando le cime del Dolcedorme (a 2267 metri di quota è in assoluto il tetto del parco), Serra delle Ciavole e Serra Crispo si ricoprono del primo, sottile strato di coltre bianca. Sono ricordi negli strati di popolazione più anziana. Oggi Terranova è diventata meta di villeggianti in cerca di angoli suggestivi della maestosa montagna lucana. Oltre ai lucani, arrivano, infatti, tanti visitatori dalla Campania, Calabria e soprattutto dalla Puglia, che prendono quasi d’assalto soprattutto nei fine settimana le località più amene da contrada Acqua Tremola, alla Falconara, alla Garavina, alla contrada Catusa, ricca di faggi giganti e di un’acqua fresca e salutare.

Da qualche anno vengono a villeggiare su queste dorsali del massiccio montano del Pollino anche stranieri: francesi, inglesi, tedeschi, olandesi. Non pochi i turisti che vanno in macchina fino ad Abetisole, scendono a valle a salgono a piedi fino alla Piana del Pollino (1800-2000) attraversando il bosco della Principessa ricco di fiori campestri, dove è facile sentire l’ululato del lupo e vedere muoversi rapidamente tra gli arbusti gruppi consistenti di cinghiali. Una visione da favola della vallata del Sarmento da Serra Crispo ( 2037 metri di altitudine), definita «Giardino degli Dei» per la sua incomparabile bellezza con una colonia di pini loricati. 

Dagli anni 80 del secolo scorso Terranova ha «scoperto» anche lo sport sulla neve. E’ stato istituito lo sci club che raggruppa una cinquantina di atleti giovani e meno giovani provenienti anche dai paesi vicini. A Terranova gli amanti degli sport invernali arrivano per praticare lo sci di fondo sulla pista di 5 chilometri di Piano Giumenta. Nel territorio del Parco del Pollino sono particolarmente suggestive anche le ciaspolate e ciaspoluna, piacevoli e semplici passeggiate anche notturne con le racchette da neve, attività che consentono di scoprire la magia e la suggestione dei boschi. Ma Terranova di Pollino non è solo meta di appassionati di sport invernali. C'è spazio anche per chi va alla ricerca di itinerari naturalistici impervi e selvaggi. Attraversando il territorio si toccano località dal fascino inequivocabile e location ideali per le attività all’aria aperta più estremo come torrentismo, rafting e kayak. Non manca la genuina cucina locale (piatto tipico del posto, che, stando ai si dice, gustò anche l'imperatore Federico II, «U’ grattunat’», pezzetti di interiora di animali con formaggio, spezie e aromi vari). La gastronomia locale è tutto un fiorire di antichi sapori con piatti preparati secondo le ricette tradizionali dal gusto inimitabile. Tra le specialità gastronomiche si erge la pasta fatta in casa, spesso associata ai peperoni «cruschi» Igp di Senise. Non mancano varietà di salumi dalla salsiccia alla soppressata, dal capocollo alla pancetta. Molto diffusa tra i secondi piatti è la carne di capretto o agnello cotta sulla brace, dal profumo inconfondibile. Accattivanti sono i fichi secchi con le noci, il sanguinaccio di maiale, dolci con miele o marmellata di castagne.

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