Sabato 06 Settembre 2025 | 12:26

M¥SS KETA all'Eremo di Molfetta: la Pasquetta è libera e glam

 
Bianca Chiriatti

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Bianca Chiriatti

M¥SS KETA all'Eremo di Molfetta: la Pasquetta è libera e glam

Il live il 21 aprile: «Amo la tour life pugliese, mi sento accolta»

Venerdì 18 Aprile 2025, 05:00

Una Pasquetta speciale con M¥SS KETA, che lunedì 21 aprile sarà in concerto all’Eremo di Molfetta, con le sue iconiche hit e i brani del disco «.» (si chiama proprio «punto», come il segno grafico). Un tour che è partito dai principali club europei e che in questa leg italiana, prodotta da Thaurus, continua a portare sul palco tutta l’energia di M¥SS, esplosione di glamour, autoironia, assoluta libertà e grande ricerca sonora, fortemente espressa nell’ultimo album. L‘artista, unica nel suo genere, ha chiacchierato con la «Gazzetta» per raccontare qualche retroscena sul live pugliese imminente e sui feedback dell’album, un lavoro onesto e viscerale, uscito lo scorso 17 gennaio per Island Records.

Partiamo dall’attualità, come sono andati i concerti in Europa (è passata da Amsterdam, Londra, Berlino ecc..., ndr.), che risposta di pubblico c’è stata?

«Sono veramente soddisfatta, mi fa piacere che la mia musica venga percepita in maniera positiva in Europa, sicuramente cantare in italiano poteva essere un ostacolo per l’estero, invece la musica ha un linguaggio universale, soprattutto l’elettronica che mira a coinvolgere nel totale lo spettatore. È un concerto, ma è una vera e propria serata, ballano tutti, cantano, poi a me la vita da tour piace molto, sono orgogliosa che il mio lavoro sia così apprezzato anche fuori dai confini. Viviamo un momento storico in cui è più importante che mai unire le persone e sentirci parte di una collettività».

Il suo sguardo dalla prospettiva del palco come vede il «fan tipo»?

«Intanto mi ha fatto piacere che oltre agli italiani, in Europa siano venuti tanti stranieri. Prima i miei live erano un po’ un ritrovo di expat, adesso c’è più varietà, ragazzi del luogo, mi diverto a passare il microfono e si inventano le parole più strane, non conoscendo la lingua escono fuori versi fantasiosi. Diciamo che il pubblico europeo con me è ancora in fase esplorativa e conoscitiva, mi riporta ai miei inizi. In Italia oltre alle hit più famose, Finimondo, Pazzeska, Le ragazze di Porta Venezia, il pubblico canta tutto. È bello però che all’estero ci sia questa cultura di assistere a un concerto per le vibes, anche se non conosci bene l’artista o le canzoni, e il giro di energie anche per me che sono sul palco è molto forte, mi diverte».

Ha detto che le piace la tour life: in Puglia è stata parecchie volte, qualche ricordo?

«In Puglia sto benissimo, è piena espressione dell’italianità, tra mare, natura, cibo, serate, poi ora inizia il caldo e la bella stagione, i vostri festival estivi hanno una carica come un sole che brucia fino a mezzanotte. Il mio caro amico Andrea (Populous) mi ha fatto spesso da Cicerone, scarrozzandomi a Lecce, nel Salento, e in generale in tutta la regione. Quindi non solo torno in un bel posto, ma vengo anche accolta con amore ed estrema ospitalità».

Spostandoci sul disco, è stato un lavoro di un anno e mezzo che si è poi concretizzato in una profonda ricerca sonora: qual è la cosa di cui va più orgogliosa?

«Decisamente l’averlo fatto a modo mio, totalmente come lo desideravo dal punto di vista dei testi, delle musiche. Mi sono presa il mio tempo per scavare nel profondo, molto più rispetto a quanto ho fatto prima perché era una cosa di cui avevo bisogno in questo momento, sia nelle cose positive, sia in quelle negative più oscure e tormentate».

E considerando questo titolo così essenziale e simbolico, il punto, cosa c’è «a capo»?

«A capo c’è quello che di nuovo vorrò scrivere, una pagina su cui non mi voglio fiondare con velocità, ma che voglio scrivere in maniera sentita e necessaria. Al momento sto ancora osservando questa pagina bianca, ma già questo tour mi sta offrendo uno scambio di energie, delle belle scintille di idee. Qualcosa si sta già scrivendo nella mia mente, ma non ho fretta. Per “.” mi è piaciuto il fatto che mi sono messa a scrivere e creare quando ho sentito la forza e la dirompenza per farlo. Mi prenderò il tempo per costruire, per godere l’energia di questi tour e per sentirci tutti quanti, l’uno con l’altro, a livello collettivo».

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