Sabato 06 Settembre 2025 | 16:40

Sanremo 2025, Willie Peyote e i suoi «Grazie, ma no grazie»

 
Bianca Chiriatti

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Bianca Chiriatti

NON TOCCARE willie peyote

«Non si ringrazia mai abbastanza, questo lavoro non si fa da soli. Cerco di fare un percorso coerente, non mi interessa arrivare a tutti nelle vie più "facili"»

Sabato 08 Febbraio 2025, 10:40

«Dovresti andare a lavorare e non farti manganellare nelle piazze»: bastano queste poche parole del ritornello di «Grazie ma no grazie», brano con cui Willie Peyote torna a Sanremo dopo la fortunata partecipazione nel 2021 che gli portò anche il Premio della Critica, per capire che siamo davanti a uno dei pochi esempi di temi sociali in questa edizione del Festival. «Una canzone che si occupa di qualcosa che interessa un po' a tutti - spiega il cantautore torinese alla "Gazzetta" - mentre altre si spingono più sul privato, anzi privatissimo. Comunque in gara quest'anno non va così male, sono in ottima compagnia con altri grandi cantautori, ma mentre alcuni preferiscono non impelagarsi in certe questioni, io non riesco a evitarlo». 

La canzone sarà contenuta nell'album Sulla riva del fiume, in arrivo il 14 febbraio, che contiene la prima parte dell'omonimo progetto già pubblicato in digitale, e altri tre inediti. Inoltre Willie Peyote sarà protagonista di un instore tour per incontrare il pubblico che farà tappa anche a Bari, sabato 22 febbraio alla libreria Feltrinelli di via Melo (ore 16.30).

Che sensazioni ci sono rispetto all'esperienza del 2021?

«Intanto mi sento finalmente libero: posso uscire, incontrare gente, abbiamo fatto la consueta foto di copertina tutti insieme. Il brano l'ho scritto mentre ero a trovare mia sorella in Ecuador, non la vedevo da prima della pandemia, e sommerso dall'amore delle mie nipotine ho pensato all'Italia in quel modo. L'idea della base musicale c'era già, il testo si è praticamente scritto da solo: le cose di getto vengono meglio».

Nella serata dei duetti sarà accompagnato da Ditonellapiaga e Federico Zampaglione, che scrisse proprio «Un tempo piccolo», interpretata poi da Califano. Sono tanti, quest'anno, gli omaggi a Roma...

«Roma è il centro dell'Italia, poi è nata una grande scuola di cantautori, forse la presenza della capitale non è mai troppa... È un brano che mi piace, non c'è stato alcun retropensiero. Con Margherita (Ditonellapiaga) avevamo già lavorato insieme, ci siamo messi d'accordo in pochissimo tempo. Di Federico ho sempre avuto grande stima e ha accettato di buon grado».

Il disco era già uscito in digitale, ora sarà disponibile anche in copia fisica: quanto è legato alla dimensione «tangibile» della musica?

«Molto, ho una bella collezione di vinili, mi piace come oggetto, con una copertina piacevole, è un buon modo per investire del denaro quando si parla di musica. Abbiamo deciso di stamparlo perché questa è la versione completa nella sua interezza: alla fine all'oggetto fisico ci si affeziona di più».

Pensando al titolo, «Grazie ma no grazie», lei come è messo a gratitudine? Per chi sono i suoi «grazie»?

«Cerco di dirlo sempre, perché non sono mai abbastanza. Questo lavoro non si fa da soli: sono contento di avere in squadra gente che crede in me e nella mia musica, rappresentano una parte importante del progetto, hanno fatto in modo che arrivassi fin qui».

Cosa le piacerebbe rimanesse di lei e della sua musica da qui al futuro?

«Sicuramente spero che nel suo complesso il percorso sia caratterizzato da una certa coerenza, che si possa riconoscere il tentativo di fare qualcosa di personale e unico. Se a fine carriera potrò essere riconosciuto come qualcuno che ha fatto il suo senza cercare di piacere a tutti con il metodo più facile, per me sarà già abbastanza».

A lei possiamo chiederlo: come vive tutto il «carrozzone» extra-Festival, interviste, giochi, il corollario rispetto alla gara?

«La verità? Voglio godermelo. Nel 2021 non me lo sono goduto. Andiamo in Riviera!»

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