«Il metal non è morto, è solo diventato techno». Nel 2015 lo scriveva su Vice Francesco Birsa Alessandri, ispirandosi a Samuel Kerridge. Il producer britannico fu inquadrato come antesignano della rivoluzione sonora ricercata dal critico, allora ignaro che sette anni dopo il dj e produttore pugliese Paolo Ferrara avrebbe partorito il genere Techno Metal, che sancirà una nuova era crossover dell’arte.
«Per me è stata una chiamata. A un certo punto del rapporto con la musica, inizialmente influenzato proprio da Kerridge, ho sentito che dovevo sperimentare. Unii così suoni di chitarre dall’ampio spettro, scream, heavy metal, distorsioni. Rientravo a casa dall’Erasmus, dove vidi il film tedesco Berling Calling col mio mito della techno di allora Kalkbrenner. Fui folgorato, tanto da lasciare la mia cameretta dove avevo iniziato a produrre musica al pc, e la vita universitaria, per trasferirmi a Barcellona. Avevo 22 anni e di lì a poco avrei creato, insieme al collega trevigiano di consolle Lorenzo Raganzini, il marchio HEX, che organizza eventi techno nel mondo, supportando il clubbing e la cultura rave» dichiara Ferrara.
La Gazzetta lo incontra a Lucera, dove nasce nel 1990, nell’era in cui a Detroit prende forma la techno, un decennio dopo il metal. Due generi che successivamente Ferrara fonde, scompaginando i piani dell’underground. L’anticamera della rivoluzione musicale, costruita in analogico nell’isolata campagna madrilena, porta il titolo di Omala Kcohs. È il primo album dell’era HEX datato 2019, che nel primo anno di vita conta un milione di visualizzazioni su YouTube, ora diventati tre, più due milioni su Spotify. L’opera apre le porte al techno metal, che esce allo scoperto quando nel 2022, dopo un parto generato a Barcellona durante il lockdown, viene lanciato Anarock 19. L’EP consacra un genere post-apocalittico, metallico e distorto, che attira le attenzioni di artisti di respiro mondiale, come Rebekah e Indira Paganotto.
Forte di 7 album in carriera e 32 singoli suonati live in club e festival planetari (Tomorrowland, Boiler Room, Amnesia di Ibiza), oggi si chiude a Zurigo un cerchio performativo al Max, dove un anno fa partiva il World Tour di HEX. Sarà l’ultimo show mondiale del duo Ferrara-Raganzini racchiuso sotto il marchio rappresentato da una croce di Lorena rovesciata («La linea verticale della musica che incrocia, unendole, due barre orizzontali che rappresentano le polarità del mondo» spiega Ferrara), tradotta in HEX («magia creativa»), che è anche l’etichetta che dal 2019 pubblica digitali e vinili, sia del duo che di talenti lanciati nell’hard techno come Nico Moreno. Tra i più di 150 artisti con i quali HEX vanta collaborazioni, ci sono Joseph Capriati e Luca Agnelli, «che il 7 febbraio 2025 uscirà con il remix di Fire Starter, la già nostra cover dei Prodigy». Perché, come insegna la techno metal di Paolo, che a fine anno suonerà al Mandarino di Ginosa Marina, il passato è la porta del futuro. «Un giorno farò un dj show sulla luna, grazie a Elon Musk...».