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Vinicio Capossela fa tris in Puglia: «Tredici Canzoni Urgenti» a Bari, San Severo e Taranto

 
Bianca Chiriatti

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Bianca Chiriatti

Vinicio Capossela fa tris in Puglia: «Tredici Canzoni Urgenti» a Bari, San Severo e Taranto

Uno show sui temi del mondo di oggi, la scenografia dominata da un'enorme luna gonfiabile

Mercoledì 18 Ottobre 2023, 10:43

«I primi tasti che ho toccato non erano reali: desideravo avere un pianoforte e allora l’ho dipinto su un pezzo di legno, ogni tasto aveva una sigla, Bong, Blink, quei suoni me li sono inventati». A parlare è Vinicio Capossela, che ha intitolato il nuovo tour Con i tasti che ci abbiamo - Tredici Canzoni Urgenti in teatro, riprendendo il nome dall’ultimo disco, vincitore della Targa Tenco 2023 come Miglior Album in assoluto.

Un giro in trenta città d’Italia che toccherà principalmente teatri e arriverà in Puglia con ben tre appuntamenti: domenica 22 ottobre al Teatro Verdi di San Severo (Fg), lunedì 23 ottobre al Teatro Petruzzelli di Bari, martedì 24 ottobre al Teatro Comunale Fusco di Taranto. Tutti i concerti avranno inizio alle 21, le date di San Severo e Taranto sono organizzate in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese. I biglietti sono in vendita nei principali circuiti (Ticketone, Ticketmaster, Vivaticket, Diyticket, bigliettoveloce.it).

Ad accompagnare Capossela sul palco, in un viaggio tra canzoni nuove e successi della sua lunghissima carriera, ci saranno Andrea Lamacchia (contrabbasso), Piero Perelli (batteria), Alessandro «Asso» Stefana (chitarra), Raffaele Tiseo (violino), Daniela Savoldi (violoncello), Michele Vignali (sax). «È un concerto molto suonato - spiega il cantautore - c’è un’idea di comunità sul palco e con i tecnici dietro le quinte. La musica è al servizio delle parole, ma ha una funzione emotiva che va al di là, anche delle urgenze».

Sul titolo dell’intero tour racconta che «quando mancano i tasti dal pianoforte bisogna cercare melodie con quelli rimasti. L’esperienza ci insegna a riconoscere l’esistenza di un limite, perché al giorno d’oggi c’è un po’ la tendenza al no limits. L’importante è riuscire a trasformare i limiti in possibilità, questo il messaggio che vogliamo lanciare».

Lo spettacolo inizia da un divano, una sorta di «totem» della nostra condizione. Protagonista assoluta della scenografia è un’enorme luna gonfiabile, che Capossela descrive, rispondendo alla «Gazzetta»: «Come mimesi della luna e luna giocattolo. Ricorda un po’ quella che immaginava Ariosto, quando diceva che “il senno è andato sulla luna, ma sulla luna ci sono anche tutte le cose per cui gli uomini perdono il senno sulla terra: le vanità, il potere, la seduzione”. L’idea è nata da Francesco Trambaioli, che cura tutto il progetto luci: è gonfiabile come un salvagente, altra metafora, e ci sembrava il modo più pratico di portare il buonsenso in teatro. E poi in un’epoca digitale mi piaceva che fosse tutto materico, tangibile: è una luna credibilissima ed essendo così grande ci si può anche appendere e oscillare».

Un avvicendarsi di canzoni che in maniera «urgente» vogliono dare voce ai problemi più stringenti del momento storico in corso: violenza di genere, cultura come mezzo di separazione sociale, carcere di reclusione senza rieducazione, razzismo, morti bianche, guerra. Quello che Capossela e la band cercano di comunicare è la necessità di affrontarli, di confrontarsi con un mondo ormai sprofondato su quel divano, che assiste inerme alla spettacolarizzazione della realtà. Un appuntamento che ritroverà i fan storici di Vinicio, ma che ne sta avvicinando tanti nuovi.

E a chi gli chiede quale sia il legame con la Puglia, vista la tripletta di date nella regione, risponde: «Puglia? È così ampia che non potevamo non offrire un’esperienza musicale in zone diverse, così distanti tra loro. Non per niente in passato si parlava di “Puglie”».

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