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Il «Luna Park» di Paolo Pace, una giostra in musica di emozioni e vita

 
Bianca Chiriatti

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Bianca Chiriatti

Il «Luna Park» di Paolo Pace, una giostra in musica di emozioni e vita

Intervista al musicista alla sua prima prova da cantautore

Giovedì 08 Giugno 2023, 12:18

Si chiama «Luna Park» il primo disco da cantautore del pugliese Paolo Pace, uscito lo scorso 2 giugno. Come avviene in un vero parco divertimenti, in cui l’adrenalina sale ad ogni attrazione provata, la carriera artistica del poliedrico musicista, dopo anni di composizioni tra flauto traverso e sax, si lancia in una nuova avventura. Alcuni testi sono stati scritti in collaborazione da Paolo Pace con Stefano de Benedittis e Giuseppe De Trizio, altri musicisti. La musica evidenzia in chiave ironica la criticità della vita: si parla di amore, passioni, di drammi, di attualità, attraverso un chiaro e sincero omaggio ai grandi cantautori italiani come Lucio Dalla, De Gregori e De Andrè. La distribuzione del disco è a cura della Soul Treasure Records di Ciappy Dj.

«Luna Park», cosa hai voluto raccontare in questo esordio discografico?

«Ho voluto mettere in musica tante emozioni ed esperienze personali e l’idea del Luna Park mi è piaciuta immediatamente perché la prima immagine che mi è venuta pensando all’esperienze e le emozioni che si provano nella vita è stata quella delle montagne russe, con le salite e le discese adrenaliniche. Ho deciso di far uscire un singolo ogni due mesi sino alla conclusione a maggio 2024, in cui finalmente potrò realizzare la presentazione completa dell’album. È un disco molto intimo e personale, ci sono brani che ho dedicato a delle persone a me molto care, uno in particolare a mia figlia.

Nella title-track c'è un po' di amara ironia su dove sta andando la cultura italiana al momento: che idea ti sei fatto?

«Credo proprio che la cultura italiana stia andando sempre più giù a causa del poco sostegno dal punto di vista politico e televisivo. Purtroppo oggi è molto complicato poter scegliere di lavorare nel mondo della cultura e dell’arte. Penso proprio che oggi i Queen o i Pink Floyd non sarebbero mai potuti esistere, perché non c’è il coraggio di sperimentare non c’è il coraggio di scoprire qualcosa di nuovo». 

Chi sono le tue ispirazioni, passate e presenti, musicalmente parlando?

«Gli artisti che mi hanno ispirato come cantautore sono stati Lucio Dalla, De Gregori, Samuele Bersani e ce ne sono tanti altri nel panorama italiano ed internazionale. Io ho sempre amato il jazz sin da piccolo, ricordo quando all’età di 11 anni comprai la mia prima audiocassetta di Louis Armstrong, la sentivo in continuazione tutti i giorni e provavo a cimentarmi con lo strumento che studiavo in quel periodo che era il flauto traverso. Non mi sono mai posto limiti musicalmente, amo la musica, mi piace ascoltare e farmi ispirare da tutto ciò che è bello senza necessariamente soffermarmi su un genere piuttosto che un altro. Infatti nelle mie canzoni cerco di mettere tutto quello che ho imparato nei miei anni di studi al conservatorio e sul palcoscenico».

Hai avuto diverse collaborazioni, anche come autore: come è stato ritrovarsi invece a scrivere per te stesso?

«Quando si inizia scrivere per se stessi diventa tutto molto più complicato, perché le canzoni, come ho detto prima, sono una parte di te, sono intime e ci vuole un gran coraggio per farle ascoltare agli altri, non solo per la paura che possano piacere o meno ma semplicemente perché racconti a tutti chi sei, quali sono i tuoi pensieri ed i tuoi sogni. Ma, come dico sempre, la musica è stata ed è una sorta di autoterapia personale».  

Che estate ti aspetta?

«Mi aspetta un’estate piena di interviste e presentazioni dei vari singoli che usciranno, anche se sto continuando a scrivere nuove canzoni che vedranno la luce l’anno prossimo. Inoltre sono in tournée con una compagnia di Mesagne “Attoterzo” con un musical, un’altra mia grande passione». 

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