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Jazz, addio a Rino Arbore, chitarrista delle emozioni

 
Ugo Sbisà

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Ugo Sbisà

Jazz, addio a Rino Arbore, chitarrista delle emozioni

Il suo ultimo e recentissimo disco si intitola 'Temporary Life?'

Martedì 08 Giugno 2021, 09:45

La comunità del jazz pugliese ha perso Rino Arbore: il chitarrista barese, 62 anni, si è arreso a un male perfido contro il quale combatteva da tempo. Proprio poche settimane fa, quando ormai era chiaro che la fine fosse prossima, Arbore aveva regalato agli appassionati la sua ultima fatica discografica, l’album Temporary Life?, un’opera intensa nella quale si era confermato non solo un solista di rango e un compositore dalla penna particolarmente felice, ma anche e soprattutto un artista capace di trovare ispirazione negli stimoli più disparati.

In questo caso, la sua musica densa di emozioni e par nulla accondiscendente alle mode aveva preso le mosse da alcune immagini che rimandavano all’orrore inspiegabile, ingiustificabile, del lager nazista di Auschwitz; lo stesso orrore che si percepiva nello sguardo terrorizzato, incapace di comprendere, della tredicenne polacca Czeslawa Koka, ritratta per gli archivi del campo di concentramento da Wilhelm Brasse, detenuto anch’egli, ma con il compito di fotografo ufficiale. Compagni di viaggio in quello che oggi appare più che mai come un piccolo testamento spirituale, alcuni giovani e talentuosi colleghi pugliesi, ovvero il sassofonista Mike Rubini, il trombettista Giorgio Distante, il bassista Giorgio Vendola e il batterista Pippo D’Ambrosio. Si trattava di un album inciso prima che la malattia lo costringesse all’inattività e che seguiva di ben sei anni la sua precedente fatica discografica, Roots of Unity che era stata presentata anche in concerto a Bari, al teatro Forma, con il francese Michel Godard, un virtuoso della tuba e del serpentone coinvolto a più riprese in numerosi progetti del jazz pugliese.
In occasione dell’uscita di Temporary Life?, l’attività di lancio del disco non si era ovviamente potuta avvalere del supporto concertistico consueto in questi casi. Era stata Isabel Romano, moglie e «compagna» di Arbore che con grande sensibilità e passione si era profusa nell’attività di promozione.

Nella giornata di ieri, la notizia della sua scomparsa è stata accolta con profonda tristezza dalla grande famiglia del jazz, che l’ha commentata sui social, dando l’ultimo saluto a uno dei suoi rappresentanti più personali, ricordandone anche la presenza discreta sulle scene concertistiche, frutto di un carattere schivo e di un’attitudine a proporsi dal vivo solo per comunicare una musica nuova e il più possibile originale. Potrebbe sembrare un’osservazione scontata, ma proprio il titolo interrogativo del disco, con quel suo accento sulla transitorietà di un’esistenza che in nessun modo ci è dato di governare, ci appare come l’ultimo saluto di un interprete che intendeva l’arte come conseguenza di un «pensiero». E che ci ha lasciato Temporary Life? per ricordarci che il tempo di porsi delle domande non scade mai.

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