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Radicanto, 25 anni di ricerca musicale

 
Nicola Morisco

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Nicola Morisco

Radicanto, 25 anni di ricerca musicale

Presto due album con Fink e con Raiz

Giovedì 25 Marzo 2021, 10:26

Un quarto di secolo per i Radicanto. Sono passati 25 anni da quando, nel 1996, il musicista e compositore Giuseppe De Trizio, decise di realizzare il progetto della band barese che prevedeva come obiettivo la valorizzazione della musica folk, della tradizione pugliese e, più in generale, della world music. Ben presto a De Trizio si affiancarono musicisti come la cantante Maria Giaquinta, il chitarrista Adolfo La Volpe, il percussionista Francesco De Palma e il fisarmonicista Giovanni Chiapparino.
Per i Radicanto iniziò così, un’importante carriera artistica che vanta la pubblicazione di 13 album, innumerevoli concerti dal vivo in tutta Italia, collaborazioni con grandi artisti di musica popolare e d’autore, ma anche prestigiosi riconoscimenti come l’essere stati finalisti al Premio De Andrè 2006, al Premio Musicultura 2007, al Premio Tenco nel 2009 e nel 2012. Inoltre, nel 2012 e nel 2014, sono entrati nella Top Ten della World Music Chart Of Europe.

«Il neologismo Radicanto – commenta De Trizio -, nasce dalla voglia di studiare e riproporre in chiave d’autore le “radici del canto ovvero i canti delle radici”. Ciò che ci affascina della tradizione popolare è la capacità di custodire la memoria. In particolar modo siamo attratti dalla forma canzone e la nostra musica si caratterizza per la presenza di micromelodie che concorrono a formare armonia. La nostra poetica però non riguarda solo la musica, ma si nutre e si rivela anche nel teatro, nel cinema e nella composizione di colonne sonore per la tv».


Tra le tante collaborazioni, due sono diventate ormai storiche: Teresa De Sio e Raiz.
«Sono amici e artisti straordinari: con Teresa abbiamo partecipato al progetto discografico Riddim a sud, componendo con lei il brano Non scappare, oltre a condividere il palco in numerose occasioni. Personalmente ho anche partecipato alla realizzazione del film Craj diretto da Davide Marengo, in cui ho potuto esibirmi con Matteo Salvatore, Giovanni Lindo Ferretti, I Cantori di Carpino, Uccio Aloisi, Pino Zimba, autentiche icone della musica italiana. Poi, abbiamo anche vinto il Festival di Venezia (premio Libero Bizzari come Miglior Opera Prima, ndr) e condiviso una tournée sui palchi di tutta Italia. Con Raiz, invece, la collaborazione è in pieno fermento. Abbiamo alle spalle spettacoli realizzati insieme con ospiti Roberto Saviano, Dario Fo, Lucio Dalla».

Qual è il futuro della musica popolare e quali sono le contaminazioni possibili?
«La storia non smetterà mai di insegnarci il futuro, questa è la nostra chiave di lettura. A ben vedere tutta la musica, anche quella più d’avanguardia, affonda le radici nell’esercizio del pensiero storico. Questo avviene in modo naturale, spesso inconsapevole, perché l’arte del racconto è l’archetipo più antico dell’uomo. Quindi la frontiera della “musica folk”, che definirei d’autore e popolare, risiede nella sua stessa natura: guardare al futuro attraverso gli occhi del passato. La musica popolare è come il mare visto da lontano, se sei distante appare immobile ma quando ti avvicini scopri che è in eterno movimento».

Come pensate di celebrare i 25 anni di carriera pandemia permettendo?
«Quest’anno pubblicheremo due nuovi cd oltre ai due video-documentari. I due cd saranno realizzati con il progetto di Enrico Fink & Radicanto, un lavoro sulla musica tradizionale italiana unita alla tradizione ebraica di casa nostra. Successivamente il secondo album realizzato con Raiz, il primo vinile della band pubblicato dalla prestigiosa etichetta toscana Fonè»

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