«Era bella»: il video del salentino Manu Funk è una storia d'amore vista da un acquario
NEWS DALLA SEZIONE
i più visti della sezione
NEWS DALLE PROVINCE
i più letti
Il ricordo
Nicola Morisco
03 Settembre 2020
Renzo Arbore ricorda Onofrio Pepe. Dopo le parole del produttore Alessandro Contessa, del regista Nico Cirasola e del polistico Massimo D’Alema (pubblicate nell’edizione di ieri), tocca allo showman foggiano ricordare l’amico Pepe che, oltre al film Focaccia Blues, lo ha coinvolto in tante iniziative culturali e gastronomiche con il solo intento di esaltare la bellezza e bontà della Murgia e della Puglia intera. Il giornalista, uomo politico, animatore culturale e promotore dell’enogastronomia, è infatti scomparso l’altro giorno a soli 69 anni.
«Onofrio per noi, era un solido punto di riferimento per tutto ciò che riguardava la Puglia – commenta Arbore-. Dico per noi perché parlo della colonia pugliese qui a Roma formata da Michele Mirabella, Lino Banfi, Gegè Telesforo e tanti altri e perfino la colonia napoletana con in testa Marisa Laurito e tutti gli altri che amavano la cucina e la gastronomia pugliese. Onofrio è stato uno degli artefici e divulgatore della gastronomia pugliese».
Quando è iniziata questa amicizia?
«Il primo invito me lo fece diversi anni fa, in occasione del Salone della Gastronomia a Milano. Ricordo che la nostra gastronomia veniva presentata con il classico piatto orecchiette con le cime di rapa. Lui, invece, chiamò lo chef Gianfranco Vissani, con il quale ci fu una grande simpatia, e cominciammo a divulgare tutti i cibi e le ricette di una delle capitali della cucina pugliese, Altamura. Una città molto importante perché il pane, quindi le vie del pane che Onofrio aveva inventato, è stato il biglietto da visita della gastronomia pugliese, seguito a ruota dalla focaccia».
Focaccia che ad un certo punto è diventato un simbolo tanto da ispirare il film «Focaccia Blues» diretto da Nico Cirasola.
«Infatti, a quel film partecipammo io e Lino Banfi ed ebbe un successo straordinario tanto da girare in tutto il mondo. La focaccia, quindi, è diventato un simbolo della grande qualità e bontà della gastronoma pugliese. Il film ebbe delle critiche straordinarie perché raccontava di una piccola panetterie di paese del Sud che sconfiggeva un colosso del fast food americano come il McDonald’s. Ricordo che andammo in alcune città americane a presentare il film nelle sale cinematografiche».
L’impegno di Pepe era orientato anche su altri campi?
«Certo, Onofrio non “cantava” solo la bellezza della gastronomia, ma si era inventato anche l’associazione “Amici del fungo cardoncello”, della quale mi onoro di essere il presidente onorario, che lui aveva contribuito a salvare. Poi, scherzando abbiamo fondato la Federlamp, per l’esaltazione del lampascione, e una scherzosissima gara che si chiamava “l’orecchietta più veloce del West”, in cui Onofrio coinvolgeva signor che facevano a gara per essere più veloci l’uno dell’altra. Sono stati anni bellissimi».
Com’era Onofrio Pepe?
«Era una persona simpatica, spiritosa, elegante, intelligente e tanto amabile. Amava moltissimo la sua terra: le Murge, ma anche la Basilicata e Matera. Ricordo che ci inviava il panettone fatto di grano duro, quindi si inventava tante cose e per noi era una scoperta gastronomica ogni anno. Abbiamo perso un amico vero, un grande operatore culturale della Puglia, che aveva intuito prima di altri che uno dei motivi per amare la nostra terra è anche la qualità del nostro cibo. Sono addolorato per questa perdita e sono vicinissimo ai suoi cari e tutti gli amici di Altamura che spero di non perdere».
LE RUBRICHE
Lascia il tuo commento
Condividi le tue opinioni su