BARLETTA - «Il rap, avendo la possibilità di raccontare se stessi in un flusso incontrollato e incontrollabile, richiama un po' il flusso di memoria, e quindi Freud e Jung». Bisogna partire da questo aforisma di Caparezza per comprendere lo stato d’animo che spinge il barlettano Claudio Cafagna, in arte Claid, «a vivere in simbiosi con il rap». «Da un anno ho iniziato a fare rap perché amo la musica, riesce a trasmettermi qualcosa che le persone non riescono a fare. Ho capito che la musica è la mia vita da quando tramite una penna riuscivo a trasmettere le mie emozioni, ciò che provo realmente, cosa che non facevo più con la gente», ha raccontato l’artista barlettano.
«Ho avuto il piacere di collaborare con Joka Diablo un artista molto forte di Napoli, abbiamo fatto un brano intitolato Via dai Guai. Lui è stato uno dei pochi ha credere veramente in me. Mi ha dato la forza di andare avanti. Gli devo davvero tanto», ha proseguito.
Claid si descrive: «Sono una persona molto diretta nel senso che quando scrivo dico ciò che penso, non sto ad inventare cose che non ho provato o che non possiedo. Per me il rap è questo, essere il più vero possibile. Sono una persona molto umile, odio fare qualcosa per piacere alla gente, io faccio quelle che mi fa star bene, e se devo essere sincero ad alcuni non è andato giù il fatto che io abbia iniziato a fare musica, non so perché - ha riferito - Ma questo è il sogno che avevo da una vita e lo continuerò a fare qualsiasi cosa succeda. La settimana scorsa è uscito il mio ultimo brano Dalla zona. L’ho dedicato ai ragazzi del mio quartiere a Barletta nella zona di via Vitrani. Con loro sono cresciuto. Sta andando piuttosto bene. Durante la quarantena ho scritto molto e ho chiuso un po’ di brani che usciranno presto, con delle collaborazioni di ragazzi di altre città. Ci stiamo divertendo molto. Amo il rap».