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«Tre Fratelli», il ciak di Rosi a Cassano Murge 40 anni fa

 
diego marzulli

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diego marzulli

Nel dramma pluripremiato, protagonisti anche il compianto Vittorio Mezzogiorno e Maddalena Crippa

Domenica 21 Giugno 2020, 10:45

CASSANO - Cassano delle Murge negli anni Ottanta si presenta come un paese fiore all’occhiello della provincia barese. Villeggianti e vacanzieri si fermano nella cittadina della foresta Mercadante e, lungo la «via del verde», nascono numerosi borghi residenziali che attirano gli investitori pronti ad acquistare la seconda casa dove si vive bene e ci si può rilassare, tra aria pulita e cibo sano.

Un paese in evoluzione, movimentato e visitato da tutti. Una cartolina che richiama tanti italiani, ideale per un set cinematografico.

Ecco, quindi, che nel 1981 prende piede il set del lungometraggio drammatico «Tre fratelli», con la maestosa regia di Francesco Rosi e la magica interpretazione di grandi attori.

Tra i protagonisti appaiono in scena Philippe Noiret, Michele Placido, Vittorio Mezzogiorno e Charles Vanel mentre tra i coprotagonisti di lusso spicca la professionalità della francese Andrea Ferreol e il giovane talento della milanese Maddalena Crippa che in seguito a questo film sarà premiata con il David di Donatello nel ruolo di migliore attrice non protagonista.
Tra l’altro per la allora 23enne lombarda Crippa la tappa di Cassano Murge è fondamentale per una lunga carriera costellata di grandi soddisfazioni tra cinematografia, televisione e teatro.

Una valanga di riconoscimenti travolgono piacevolmente la pellicola girata a Cassano e dintorni: nel 1982 nomination al premio Oscar come miglior film straniero; nel 1981 i David di Donatello come migliore regia a Francesco Rosi, migliore sceneggiatura a Francesco Rosi e Tonino Guerra (l’autore e poeta romagnolo amico fraterno di Federico Fellini); miglior attrice non protagonista a Maddalena Crippa; miglior attore non protagonista a Charles Vanel; migliore fotografia a Pasqualino De Santis; nomination miglior film a Francesco Rosi, nomination miglior colonna sonora a Piero Piccioni, nomination migliore scenografia ad Andrea Crisanti; nomination migliori costumi a Gabriella Pescucci. Nel 1981 Nastro D’Argento al regista del miglior film a Francesco Rosi; migliore attore protagonista a Vittorio Mezzogiorno, migliore fotografia a De Santis; nomination migliore attrice non protagonista alla Crippa. Infine, nel 1982 Globo d’Oro come miglior film a Rosi.

Insomma, un riconoscimento praticamente planetario anche per le location nelle quali è ambientata la pellicola, girata prevalentemente a Cassano e in piccole parti ad Altamura, Gravina, Matera e Nova Siri in Basilicata.
La storia narra di un vecchio contadino, Donato Giuranna (Charles Vanel), rimasto solo nella sua masseria tra le Murge perché è sopraggiunta la morte della moglie. L’anziano scende in paese per telegrafare ai suoi tre figli e comunicare loro che la mamma è morta.

I «Tre fratelli» che danno il titolo al meraviglioso lavoro drammatico, infatti, vivono in diverse città con differenti mestieri e situazioni di vita. Raffaele (il francese Philippe Noiret, scomparso nel 2006) è giudice a Roma, Nicola (Michele Placido) vive a Torino dove fa l’operaio, mentre Rocco (Vittorio Mezzogiorno, 1941-1994) è assistente sociale in un riformatorio a Napoli.
Tutti e tre rientrano nel paese originario e si confrontano anche con accese discussioni sulla loro vita e sulle loro idee sociali e politiche. Rocco è il più sognatore che vede la salvezza sociale e politica attraverso la forza di volontà di cambiamento dei giovani.

Il famoso film, bene interpretato dagli attori e tutto il cast, ha evidenziato l’impronta del regista Francesco Rosi, sempre attento a raccontare e descrivere la nuda verità del sud Italia spesso circondato da drammi, rabbie che covano sotto la cenere delle consuetudini, tabù e infami destini. A completare il cast degli interpreti figurano Sara Tafuri, Maria Zoffoli, Simonetta Stefanelli (ex moglie di Placido), Pietro Biondi, Accursio Di Leo, Luigi Infantino, Girolamo Marzano, Gina Pontrelli, Maria Antonia Capotorto, Cosimo Milone, Tino Schirinzi, Nando Murolo, Francesco Capotorto e Cristoforo Chiapparino.
Molte comparse furono scelte sul posto e dopo circa quarant’anni i ricordi a volte sbiadiscono ma a Cassano in molti rammentano ancora alcune scene e curiosi episodi.

«Papà era salumiere - racconta l’ex sindaco Vito Lionetti, professione insegnante - e la allora “Salumeria Giacomo Lionetti” era ubicata nel centro storico, poco distante da dove si giravano le scene nella vecchia casa delle signore Rosina Servodio e Rosina Loverro (due amiche anziane che coabitavano, ndr), oggi sede del ristorante “La vecchia chianca” e vicina al bar Servodio».
Proprio al bar Servodio, che pure oggi non esiste più, avviene l’incontro del giudice Raffaele Giuranna (Noiret) con i suoi amici di un tempo. «Pertanto - racconta Vito Lionetti - spesso e volentieri mio padre deliziava gli attori e il cast tecnico con gustose stuzzicherie locali. A Cassano sapevamo che saremmo stati immortalati in un grande contenitore di cultura ma mai avrei immaginato tutti quei riconoscimenti anche internazionali ottenuti dalla pellicola di Rosi. Abbiamo portato fortuna a quella squadra straordinaria di cineasti - afferma l’ex primo cittadino - e chissà se altri produttori cinematografici si affacceranno qui da noi». Un dubbio che è un auspicio.

D’altronde, Cassano delle Murge dall’alto delle sue colline che formano il primo gradino dell’Alta Murgia si presenta ospitale e attende nuovi visitatori per ristorarli con la fresca aria che si respira tra i 300 e i 500 metri di altitudine. Agriturismi, ristoranti e altre strutture ricettive sono pronti per l’accoglienza d’eccellenza. Con lo spettacolo della natura ancora genuina, composta dal Parco dell’Alta Murgia, foreste, grotte, colline e con il folklore del centro storico, gli uomini di spettacolo troverebbero qui la collocazione ideale per altri blasonati ciak.

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