Mancano i servizi primari in un quartiere nel cuore della città e i residenti diffidano il Comune ad approvare il progetto di urbanizzazione. Intanto il sindaco risponde che i vincoli di esproprio già in vigore non decadranno.
Nel quartiere “Ceta” (immediatamente a sud del centro storico) mancano tutti i servizi come acqua, luce, fogna e gas. Le strade non sono mai state asfaltate, le buche e il fango quando piove lo fanno sembrare un luogo estremamente degradato e ci sono cumuli di rifiuti abbandonati, tanto da trasformarlo in discarica a cielo aperto nonostante le continue bonifiche.
Gli abitanti, che si sono riunti in comitato, hanno diffidato l’Ente locale a provvedere all’approvazione del progetto di urbanizzazione già passato attraverso le decisioni della giustizia amministrativa.
«Il progetto preliminare per la realizzazione di una strada pubblica, tra via Manzoni, via IV Novembre e via Madonna delle Grazie – spiega Antonio Bisanti, uno dei residenti – è stato approvato il 4 agosto 2020. Una sentenza del Tar del 2021 ne ha confermato la legittimità – ricorda – ad oggi nessuna iniziativa concreta è stata intrapresa dall’Amministrazione. Durante gli incontri ci è stata promessa l’elaborazione di un progetto definitivo e ora c’è il rischio che il 4 agosto decadano tutti i vincoli. Viviamo in questa gravissima situazione da oltre 37 anni – stigmatizza – in una condizione che non può più essere definita tollerabile sotto alcun profilo umano, ambientale, sanitario o amministrativo».
Dal municipio la risposta arriva attraverso il sindaco Gianfranco Melcarne. «L’intenzione della nostra amministrazione è quella di risolvere definitivamente la questione – rassicura il primo cittadino – per questo vogliamo portare in Consiglio la discussione sul progetto già a fine luglio. Ci sono da rivedere alcuni aspetti tecnici, come la larghezza stradale che va portata da nove a dieci metri. Comunque – spiega l’amministratore – se i tempi dovessero prolungarsi, non c’è alcun rischio sui vincoli, perché potranno sempre essere rimessi».