BARI - Si accende lo scontro politico sul termovalorizzatore che la società Newo intende realizzare tra Bari e Modugno, lavorando ogni anno fino a 80.000 tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi prodotti dal trattamento di biostabilizzazione di rifiuti di natura urbana, sia l’indifferenziato che gli scarti di lavorazione della differenziata. Munito di valutazione di impatto ambientale (Via), recentemente oggetto di proroga, e di Autorizzazione integrata ambientale (Aia) dal 2018, l’impianto attualmente si trova in fase di riesame dell’Aia per la necessità di aggiornare la documentazione alle migliori tecnologie disponibili. La prossima conferenza dei servizi è in programma il 23 marzo. Il contenzioso amministrativo, avviato da enti, come il Comune di Bari (i cui uffici hanno però nel corso dell’iter procedurale espresso due pareri favorevoli), e associazioni, è stato risolto dal Consiglio di Stato l’estate scorsa, con un provvedimento a favore della società proponente che appena avrà chiusa la pratica di riesame Aia, aprirà il cantiere, prevedibilmente entro la primavera.
Apparecchiata la questione tecnica, divampa, pur in assenza di fatti nuovi, lo scontro politico, tutto interno al centrosinistra.
«Prendo atto - ha detto ieri il sindaco di Bari Antonio Decaro - che ancora una volta nella vicenda dell’impianto di ossidocombustione Newo non si tenga conto delle posizioni espresse dai sindaci dei territori coinvolti, sia nelle diverse procedure regionali sia nelle aule giudiziarie. La proroga della Via, disposta senza alcun approfondimento dagli uffici regionali, è inoltre ancora più preoccupante perché non tiene assolutamente in considerazione gli elementi che le comunità interessate hanno fornito successivamente al momento della decisione regionale di autorizzare questo impianto, la cui tecnologia non è mai stata sperimentata su scala industriale in nessuna parte al mondo. A questo si aggiunge che gli uffici regionali non hanno fatto alcun approfondimento su tipologia, provenienza e modalità di trasporto dei rifiuti che saranno trattati dall’impianto, visto che rispetto alle previsioni della prima Via, è stato più volte chiarito che non si tratterà di rifiuti urbani». Ma per Nicola Bonasia, sindaco Modugno, «sulla questione Newo nulla è ancora compromesso. Facciamo chiarezza su quello che è accaduto. La Regione ha formalizzato una proroga della Via (Valutazione Impatto Ambientale) che fra l'altro era già stata rilasciata nel procedimento coordinato Via/Aia. Ciò che invece autorizza l'esercizio e quindi la messa in funzione dell'impianto è il provvedimento Aia che è tuttora in fase di riesame. Nel frattempo è stata convocata un'ulteriore seduta della conferenza dei servizi per il prossimo 23 marzo, che servirà alle pubbliche amministrazioni (parti in causa) per confrontarsi e stabilire come procedere. Il Comune di Modugno parteciperà per continuare a rappresentare le proprie ragioni del diniego e di assoluta contrarietà. Oggi, nulla è cambiato e nulla è ancora compromesso».
Di tutt’altro parere è il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano che ieri mattina, a margine di una manifestazione ha chiarito il suo pensiero. «Non abbiamo mai costruito nuovi termovalorizzatori – ha dichiarato Emiliano – A Modugno non si tratta di un termovalorizzatore, ma di un impianto ad ossicombustione, innovativo e molto diverso dai vecchi termovalorizzatori. Su questo impianto, però, la Regione Puglia non può far nulla perché c’è una sentenza che autorizza la realizzabilità dell’impianto. Inoltre, ho letto che gli uffici della Regione, cosa ben diversa dal presidente, avevano autorizzato la proroga della Valutazione di impatto ambientale, anche alla luce dell’intervenuto contenzioso amministrativo. Evidentemente era loro dovere farlo, fermo restando che se questo provvedimento viene discusso da qualcuno, può essere nuovamente impugnato».
Detto della politica, ecco il pensiero dei privati. Per l’avv. Maddalena Stella, responsabile dell'ufficio legale della Recuperi Pugliesi, è da accogliere «con favore la notizia che a breve prenderà avvio la costruzione di un impianto di ossicombustione nella zona industriale di Bari. Si tratta di un segnale molto importante verso l'apertura a nuove tecnologie in grado di gestire le frazioni non riciclabili dei rifiuti nel rispetto dell'ambiente».