«Dai dati dell’Osservatorio del ministero sulla sicurezza dei professionisti sanitari e sociosanitari, che fanno riferimento a segnalazioni su base volontaria, emerge che nel 2024 sono state segnalate oltre 18mila aggressioni a livello nazionale, coinvolgendo circa 22mila operatori». Lo ha detto a Foggia il ministro della Salute, Orazio Schillaci, durante il suo intervento alla presentazione del terzo rapporto Fnomceo-Censis che indaga le cause della violenza per la Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari.
«Guardando agli ambiti - ha aggiunto il ministro - le aggressioni si verificano soprattutto in pronto soccorso, nei servizi psichiatrici e nelle aree di degenza mentre gli aggressori purtroppo sono prevalentemente i pazienti stessi, seguiti da familiari o caregiver e si conferma, come nel 2023, una netta prevalenza di aggressioni verbali (70%) rispetto a quelle fisiche (24%) e contro la proprietà (6%)».
«La sicurezza del personale sanitario e sociosanitario - ha precisato il ministro - non è un mero slogan, è una vera priorità. Per questo abbiamo approvato norme per non lasciare impuniti gli aggressori, con la procedibilità d’ufficio e pene più severe, e potenziato la vigilanza con più presidi di polizia negli ospedali. Fino ad arrivare all’ultima legge che ha introdotto l’arresto in flagranza di reato anche differita». "Credo - ha detto - si debba riconoscere al governo di aver messo in campo misure importanti, condivise con le categorie, per scoraggiare la violenza e aumentare i livelli di sicurezza per il personale».
È crescente paura dei medici sul posto di lavoro. Il 41,2% non si sente più sicuro nello svolgere il suo lavoro a causa delle violenze, il 18% ha paura di lavorare di notte, l'11,8% ha paura di recarsi nel suo luogo di lavoro. Per il 91,2% dei medici è sempre più difficile e stressante lavorare nel Servizio sanitario. Inoltre, il 74,6% dei medici sente di lavorare troppo e si sente psicologicamente a rischio burn-out, (il 78,4% tra chi lavora negli ospedali).
Forte anche il malcontento dei cittadini: al 35,1% è capitato di non sentirsi rispettato nel rapporto con la sanità. Il 66,4%, inoltre, ha verificato la forte carenza di medici e infermieri nelle strutture sanitarie e il 72,3% un peggioramento nel Servizio sanitario nel tempo. Non sorprende che per il 90,4% dei medici per rilanciare il Servizio sanitario siano ineludibili investimenti massici.
«Dai dati dell’Osservatorio del ministero sulla Sicurezza dei professionisti sanitari e sociosanitari, che fanno riferimento a segnalazioni su base volontaria, emerge che nel 2024 sono state segnalate oltre 18mila aggressioni a livello nazionale, coinvolgendo circa 22mila operatori - ha commentato il ministro -. Guardando agli ambiti le aggressioni si verificano soprattutto in pronto soccorso, nei servizi psichiatrici e nelle aree di degenza mentre gli aggressori purtroppo sono prevalentemente i pazienti stessi, seguiti da familiari o caregiver e si conferma, come nel 2023, una netta prevalenza di aggressioni verbali (70%) rispetto a quelle fisiche (24%) e contro la proprietà (6%)».
«La sicurezza del personale sanitario e sociosanitario - ha precisato il ministro - non è un mero slogan, è una vera priorità. Per questo abbiamo approvato norme per non lasciare impuniti gli aggressori, con la procedibilità d’ufficio e pene più severe, e potenziato la vigilanza con più presidi di polizia negli ospedali. Fino ad arrivare all’ultima legge che ha introdotto l’arresto in flagranza di reato anche differita». «Credo - ha detto - si debba riconoscere al governo di aver messo in campo misure importanti, condivise con le categorie, per scoraggiare la violenza e aumentare i livelli di sicurezza per il personale».
«A Foggia è successo un fatto di enorme gravità che ci ha addolorati tantissimo. Ma è solo un simbolo, perché c'è una rabbia diffusa in molti contesti, non solo in quello sanitario. Le cose succedono anche negli uffici dei Comuni, nelle scuole, quando le forze dell’ordine fermano qualcuno. C'è un’insofferenza generale nei confronti delle istituzioni». Lo ha detto a Foggia il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, in occasione della presentazione del terzo rapporto Fnomceo-Censis che indaga le cause della violenza contro medici e operatori sanitari. Il riferimento è all’aggressione subita il 5 settembre scorso dal personale sanitario del policlinico di Foggia dopo il decesso di una giovane donna di Cerignola durante un intervento chirurgico.
«E' evidente - ha proseguito Emiliano - che nel caso di Foggia è successa una tragedia e la mia vicinanza va anche ai parenti di questa ragazza». Però, ha precisato, i sanitari sono "persone che sono lì per aiutarci ed è folle che si scarichino frustrazioni su di loro». Emiliano ha anche chiarito che «la sicurezza totale non esiste. Ho fatto tanti anni il magistrato , ho avuto scorta e auto blindata. Sapevo benissimo che, nonostante mezzi eccezionali di protezione, esistevano contromisure».