SANTO SPIRITO - Cinque orme di dinosauro a pochi passi dal porticciolo di Santo Spirito, su un tratto di litorale coperto da una sottile striscia di scogli bassi e piatti a nord di Bari. La notizia, anticipata dalla testata giornalistica Barinedita, è che è tutto merito della roccia calcarea che si è lasciata «impressionare» 100 milioni di anni fa da un anchilosauro o da un sauropode, un erbivoro che passeggiava probabilmente alla ricerca di cibo. Sul Lungomare Colombo, nei pressi di una pescheria e un ristorante, dove da sempre si fa il bagno, fossette profonde appena pochi centimetri raccontano il Cretaceo «quando la Puglia assomigliava alle Bahamas, era una laguna bassa e fangosa e, come il resto dell’Adriatico, era la parte emersa della zolla africana». Descrive con dovizia di dettagli scientifici, raccontandoci la geodinamica preistorica, quello scoglio oggi bianco e consumato su cui negli anni si sono posati migliaia di teli mare, Vincenzo Colonna, l’88enne geologo in pensione, che le ha riconosciute. «Sono sceso dall’auto per fotografare un arcobaleno e le ho viste, erano sotto gli occhi, sulla scogliera sotto il parapetto».
Abita poco distante e mai si sarebbe immaginato tanto clamore per quello che «è un evento consueto, un fatto che non dovrebbe sorprendere considerato che la Puglia è piena di impronte». Non solo c’è il famoso giacimento di Altamura con le 20mila tracce trovate nel 1999, vere e proprie piste di 200 esemplari di 5 specie erbivore e carnivore, ma anche le vicine cave di Lama Balice che le conservano dentro un parco naturale. A confermare che non sono semplici buche, come d’estate ogni bagnante ha sempre pensato infilandoci piedi e ciabatte, è il prof. Rafael La Perna, docente di Paleontologia e Paleoecologia dell’Università di Bari che le ha personalmente visionate e misurate: «Sono orme di dinosauro, certo, anche se in uno stato di conservazione scadente. Il moto ondoso sulla riva le ha piallate ma c’è il bordo di escursione e possiamo dire che sono di quadrupedi erbivori del Cretaceo, piuttosto piccoli, sul metro-metro e mezzo. Sono sul calcare di Bari, una roccia sedimentaria che conosciamo bene e ha 100 milioni di anni. Per saperne di più andrebbero studiate scientificamente ma si può ipotizzare di anchilosauro o di piccolo sauropode».
Non c’è da stupirsi “perché l’area barese ne è piena. Già nel 2012, Marco Petruzzelli le aveva studiate durante il dottorato di ricerca: «I ritrovamenti sono tantissimi in tutta la regione sia di superfici con orme, sia di blocchi in ambiente urbano sia su blocchi usati come frangiflutto». In particolare, dice accennando a ricognizioni geologiche fatte insieme al dott. Francesco Stallone, «la deformazione del sedimento certifica solo che siano orme». In via cautelativa, il presidente del V Municipio Vincenzo Brandi ha scritto alla Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio chiedendo un sopralluogo.