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Canosa, il Parco del fiume Ofanto «è una discarica a cielo aperto»

 
Antonio BUfano

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Antonio BUfano

L’appello di Italia Nostra: «Gli enti competenti prendano provvedimenti»

Domenica 06 Ottobre 2024, 11:11

CANOSA - Il Parco naturale regionale del fiume Ofanto è diventato, in alcune parti, una discarica a cielo aperto. All’interno dell’argine del fiume, lungo il tratto del territorio di Canosa, sul demanio pubblico, c’è un’area che dovrebbe essere protetta dalle leggi del Parco ma che, in realtà, è terra di nessuno. Terra di coltivazioni abusive, che convivono tranquillamente con i veleni di discariche abusive. «Abbiamo segnalato il disastro in atto alla Provincia, ente gestore del Parco, e al Comune - dice Riccardo Limitone, presidente della locale sezione Italia Nostra - Tra i rifiuti ci sono tracce dalle quali è possibile, in alcuni casi, risalire anche agli autori di questa vergogna. Le abbiamo segnalate a chi di competenza».

«Non è possibile - aggiunge - che tutto questo avvenga e che, soprattutto, si continui a far finta di nulla e a non denunciare tanta immondizia. Chiediamo agli enti competenti che vengano presi urgenti provvedimenti. La strada all’interno dell’argine del fiume è abusiva, occorre chiuderla per impedirne il passaggio. Chiediamo che sia istituito un numero verde, dove sia possibile segnalare chi trasgredisce». L’appello di Limitone: «Non si chiede ai cittadini di sostituirsi alle forze di polizia nel contrastare le violazioni, ma che abbiano almeno il coraggio di segnalarle. Da solo lo Stato non ce la fa se non lo aiutano i cittadini onesti. Se restiamo inerti e indifferenti la società muore e con essa lo Stato».

Il Parco naturale regionale del fiume Ofanto, di cui Canosa fa parte, insieme ad altri dieci Comuni appartenenti alle province di Foggia e Barletta-Andria-Trani, fu istituito nel 2007 su una superficie di circa 24mila ettari, al fine di valorizzare il territorio come destinazione turistica ideale per chi ama vivere esperienze outdoor immerse nel verde. L’elemento che caratterizza il territorio del Parco è proprio il percorso tracciato dal corso d’acqua del fiume Ofanto, con una lunghezza prossima ai cento chilometri in Puglia, scendendo dalla Daunia e scorrendo attraverso il Tavoliere per poi sfociare nell’Adriatico. Gli ambienti, così diversi ma allo stesso tempo fortemente accomunati dalla presenza dell’Ofanto come fattore chiave che identifica la cultura locale, sono spazi meravigliosi di un territorio che afferma la propria identità e si riscopre come una destinazione alternativa e suggestiva per il turismo nel sud Italia.

La storia dell’Ofanto e della valle ha radici profondissime. Per questo, la presenza di discariche a cielo aperto nel tratto del territorio canosino «è una vergogna». Contrasta con la bellezza del Parco naturale, con la cultura racchiusa nel tratto del percorso canosino, con i monumenti presenti e con i luoghi storici da poter visitare.

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