Sabato 06 Settembre 2025 | 17:08

A Bisceglie ritornano le «fiere» campestri tra fede e tradizione

 
Luca De Ceglia

Reporter:

Luca De Ceglia

Appuntamenti a Santa Maria di Zappino e Santa Maria di Giano. Il rito si rinnova ogni anno nella prima e seconda domenica dopo Pasqua

Domenica 23 Aprile 2023, 12:39

BISCEGLIE  - Si rinnovano, come ogni anno nella prima e nella seconda domenica dopo Pasqua nelle campagne di Bisceglie, le tradizionali “fiere” campestri presso i rispettivi antichissimi casali di Santa Maria di Zappino, a 4,5 km dal centro abitato ed al confine con l’agro di Molfetta, e di Santa Maria di Giano in direzione Trani.

A Zappino (dal latino: Sappinus, specie di pino rossiccio, che cresceva nella zona) si venera la Madonna dal colorito scuro invocata come apportatrice di pioggia e di salubrità per i campi, riti propiziatori che rafforzano il legame dell’uomo alla terra. È a Lei che ci si rivolge quando c’è la siccità. La sacra icona viene portata in processione per la benedizione impartita nei tratturi circostanti dal rettore della Cattedrale di Bisceglie a cui è affidata giuridicamente. Stessa cosa si ripeterà domenica 23 aprile in contrada Santa Maria di Giano (località a 4 km dal centro di Bisceglie, raggiungibile percorrendo la strada provinciale per Andria) dove le persone affette da ernie, specialmente i bambini, compiendo tre giri d’altare possono invocare la guarigione. Nelle chiesette rurali, affollate di devoti, si celebrano messe al mattino e nel pomeriggio col parroco della chiesa di San Domenico a cui è stata ufficialmente aggregata con decreto arcivescovile n. 193 del 2019. Inoltre, accanto al casale di Santa Maria di Zappino si erge un’antica torre che aveva le funzioni di vedetta e sorveglianza dalle incursioni nemiche.

Ma sono le pitture murarie a destare interesse. Nel 1991 l’ing. Gianbattista La Notte pubblicò il libro “Insediamenti culturali” (Adda), contenenti preziosi disegni tecnici dei casali. Nella chiesetta di Zappino, infatti, affiorano piccoli frammenti di un affresco trecentesco. In uno di essi un po’ più corposo, si osserva il Giudizio universale, del quale sopravvive la parte mediana a sinistra che riporta l’episodio della restituzione delle anime dalle acque.

Un’altra scena molto particolare è caratterizzata da un branco di pesci dalle evidenti squame. A cavalcioni su uno di questi si vede una figura incoronata, nuda, mentre sullo sfondo una barca a vela. Doveva costituire un riquadro posizionato appena al di sotto del trono sul quale sarebbe stato seduto il Cristo giudice. Pochi sono oggi in Puglia gli affreschi medioevali di tal genere. Un confronto potrebbe essere fatto con quello di S. Maria del Casale a Brindisi che venne realizzato dal pittore Rinaldo da Taranto agli inizi del ’300.

Questo frammento biscegliese risente molto del modo di realizzare i mostri o animali marini (cfr. R. Romanelli, I dipinti nella chiesa di Santa Maria di Giano a Bisceglie, 2021 – Giuliana Massimo, La decorazione pittorica della chiesa di Santa Maria di Giano presso Bisceglie - Estratto da: “Percorsi di conoscenza e tutela”, Studi in onore di Michele D’Elia, a cura di Francesco Abbate, Paparo edizioni, 2008). In un altro prezioso ciclo di affreschi a Giano, vi è l’immagine sacra di San Giacomo, giudicata come la più interessante e meglio conservata d’Europa.

A sostenerlo è la prof.ssa Rosanna Bianco - Università degli Studi di Bari, autrice del libro: La conchiglia e il bordone. I viaggi di San Giacomo nella Puglia medievale (Edizioni Compostellane). Recenti rilievi e studi approfonditi con attrezzature specifiche, studi sulle “pitture” murali risalenti al XIV secolo che furono scoperte casualmente nel 1889, dopo la caduta di alcuni pezzi di intonaco, sono stati condotti da Fabrizio Tortora e da Maria Luisa De Toma e pubblicato su “Neda”, rivista quadrimestrale di storia, cultura ed arte (n. 1-1919). I motivi iconografici sono simili a quelli delle opere di Duccio da Buoninsegna e di Paolo Veneziano. Sulla parete destra della chiesa si ammira la splendida "Dormitio Mariae" (dormizione o transito al cielo della Madonna secondo la concezione e l'arte bizantina). Le "pitture" nella campata destra della chiesa furono oscurate con la calce probabilmente durante l'episcopato di mons. frate Antonio Pacecco, a scopo protettivo, nei lavori di restauro della chiesa allo stile barocco. L’affresco fu restaurato dal prof. Raffaello Lorenzoni per incarico della Soprintendenza nel 1966.

Fu proprio lui che, effettuando un altro saggio, scoprì nello stesso anno il dittico di San Paolo apostolo (che rappresenta la teologia) con accanto Santa Caterina d’Alessandria (vergine cristiana martire del IV secolo, ritenuta coltissima in filosofia, rappresenta la cultura umanistica). Il 20 aprile 1727, dopo lavori di recupero strutturale effettuati nell’anno precedente l’eclettico il vescovo Antonio Pacecco, come fu annotato nel suo “Diario”, consacrò la chiesa di Santa Maria di Giano e nell’altare vi collocò le reliquie dei santi martiri Bonifacio e Celestino. Alla fine dell’800 emersero anche gli affreschi raffiguranti l’apostolo San Giacomo con accanto San Nicola pellegrino (protettore della vicina Trani) e Santa Tecla. Poi ancora le immagini ieratiche in stile bizantino di San Felice vescovo (il suo nome è auspicio di felicità) e di San Donato, vescovo invocato per scongiurare il male dell'epilessia. Nel 1967 vi fece visita il card. Luigi Traglia, Segretario di Stato del Vaticano. Nelle sue “Lettere Ecclesiastiche” edite nel 1725 il vescovo polignanese mons. Pompeo Sarnelli riprodusse due monete (della grandezza di un “tornese”) coniate nel tempo di Gio: Zemisce imperatore di Costantinopoli, trovate sotto il primo gradino dell’altare di Giano. Vi era raffigurato il volto d’un santo e, sul recto, l’incisione: “Ihsus Cristus basileu basile”. Nel 1975 il Cristo Passio fu staccato dal muro e trasferito nella chiesa di San Domenico dove oggi si ammira sull’altare maggiore. Altre ricerche sui casali sono state dedicate da Silvia Musci con la sua tesi di laurea in beni culturali e da Luigi Palmiotti, presidente dell’Archeoclub di Bisceglie, nel 1987. Dunque tappe da non perdere per ammirare opere d’arte di grande valore storico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)