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Sospesi tra pietra e cielo

Un territorio che cresce verso il suo futuro

Antonella Inciso

26 Settembre 2018

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L’emozione, la scoperta, il divertimento, la conoscenza. La Basilicata scommette sul futuro ed investe in tecnologia per mostrarsi al mondo. Dalla realtà virtuale all’olografia, dalle app al web, passando per strutture innovative ed uniche, per apprendere e fare esperienza. La nuova frontiera del turismo è questa e se unita ai maxi progetti può rappresentare la svolta per una regione fatta di piccole comunità sparse sul territorio. La Regione ci crede e le sue visioni le ha concretizzate, pian piano, con quei macro attrattori ideati e voluti, con fermezza, tra monti e dighe che si stagliano contro l’orizzonte. Oggi quelle strutture sono la Basilicata del turismo, il luogo dove la cultura e le emozioni si fondono, dove il viaggiatore si perde in un’esperienza indimenticabile. Il «volo dell’Angelo» è il primo macro attrattore: nel cuore delle Dolomiti lucane con esso i curiosi provano l’ebrezza di un volo da una cima all’altra dei monti che collegano Castelmezzano a Pietrapertosa, Agganciati ad un doppio cavo d’acciaio lungo 1.550 metri, si va, andata e ritorno, da un paese all’altro, da una vetta all’altra seguendo spettacolari guglie di roccia per 80 interminabili secondi. Arrivando nel punto di massima altezza a 450 metri dal suolo: un sogno per molti, un incubo per altri. Il «Volo dell’Angelo» oggi è una certezza, gli altri macro attrattori che sono seguiti una scommessa a vincere. Come il «Volo dell’Aquila» di San Costantino albanese, un impianto sportivo per il tempo libero, che simula un volo in deltaplano. Dalla stazione di valle la fune trasporta «l’Aquila» nella stazione a monte: un viaggio nel cuore del Parco naturalistico più grande l’Europa, il Pollino, per amanti degli sport estremi ma anche per famiglie. L’ ambiente, il sogno di Icaro ed i panorami mozzafiato. Quelli che si scrutano seguendo a Sasso di Castalda, in pieno Appennino lucano, il «Ponte della Luna». il cui nome è un omaggio a Rocco Petrone, l’ingegnere della Nasa responsabile della missione Apollo 11 che il 20 luglio del 1969 portò il primo uomo sulla Luna. Definito il ponte tibetano più spettacolare d’Italia, sospeso nel vuoto a 120 metri d’altezza dal torrente sottostante, il viaggiatore spacca l’aria e, seguendo un percorso di 95 metri, raggiunge il rudere del castello che domina dall’alto quel piccolo paese fatto di strette case in pietra e balconi fioriti. Qui, ad un passo dal cielo, si aspetta uno skywalk di vetro sospeso sul ponte e un belvedere da cui ammirare il panorama delle montagne circostanti, stando seduti sugli antichi ruderi.

Dalla Val d’Agri al Pollino: la natura resta lo scrigno da scoprire e valorizzare. Un tesoro variegato che, ad esempio, nel territorio di Viggianello, a pochi passi dalla Calabria, si svela con un nuovo progetto dedicato al ciclo dell’acqua, denominato «WaterLand Pollino», riprendendo l’idea di un orto botanico ad essere realizzato è un parco ludico-ricreativo, con tecnologia immersiva, alla scoperta dell’importante risorsa idrica. Sempre sulla stessa scia è il «Bike Park» di Terranova del Pollino, struttura voluta per consentire ai bikers esperti una diversa fruizione del Parco naturale, attraverso vecchi sentieri e tratturi. 

La promessa della Basilicata dei viaggi, però, è fatta anche di un macro attrattore «naturale»: quello della transumanza che la Regione intende candidare a patrimonio culturale dell’Umanità Unesco. Da maggio a luglio, infatti, sono 150 gli allevamenti bovini con circa 12mila capi che si spostano sui percorsi storici, verso la montagna, per portare i capi a pascolare in luoghi più freschi per poi invertire il percorso e rientrare, ai primi freddi.

Un viaggio che può diventare occasione per scoprire il territorio, valorizzare le produzioni enogastronomiche e conoscere tradizioni del passato. Insomma, la scelta è varia e destinata ad arricchirsi se si considerano i progetti in itinere. Perché oggi è il turismo la vera scommessa sul futuro della Basilicata.

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