Gli studenti dell’IISS “Luigi Russo” di Monopoli conoscono bene la statua di Domenico Modugno della vicina Polignano a Mare. Sono cresciuti sapendo che quella bellissima scultura situata sul mare a braccia aperte è conosciuta ormai in tutta Italia e nel mondo grazie alle migliaia di turisti che frequentano la costa pugliese ogni anno e la ammirano fra selfie e pranzi al sacco consumati sulle scarpe di bronzo del cantante pugliese. Le futili storiche rivalità fra comuni limitrofi esistono sin dalla notte dei tempi, da nord a sud, da est a ovest, e molto spesso hanno origini nelle differenze di usi e costumi, riguardano diatribe calcistiche, dispute enogastronomiche.
Dopo aver avuto l’ok grazie ad una convenzione con il comune di Monopoli, i ragazzi dell’IISS “Luigi Russo”, autori dell’opera, avranno pensato giorno e notte a come stupire i loro conterranei, a come ammaliare i pugliesi di passaggio, a come portare a conoscenza del mondo quella piazza semplice, dove giocano i bambini, dal nome altisonante e carico di aspettative, piazza Rita Levi Montalcini. In concomitanza con la tanto discussa campagna dell’Enit “Open to Meraviglia”, e utilizzando le stesse leve del marketing in maniera totalmente casuale, hanno piazzato soddisfatti lei, l’opera che avrebbe fatto parlare tutti: la sirena con il lato B di Kim Kardashian.
La bellezza dell’opera e le sinuosità dei materiali vengono oscurate da un deretano che è a metà fra le forme della nota modella e imprenditrice statunitense e le forme delle rassicuranti nonne del sud del passato, quelle tutte pasta al forno e focaccia, meno pilates e corso di yoga. Fiumi di commenti sui social da parte di chi due anni fa era virologo, lo scorso anno esperto di strategie militari, oggi si scopre critico di arte contemporanea che Massimiliano Gioni in confronto può commentare solo scarabocchi sui banchi delle medie.
Non sapremo mai se l’intento dei ragazzi fosse quello di far parlare di loro superando gli amici di Polignano con il loro Domenico Modugno che canta “Volare” sul mare. Fatto sta che un posto nel marketing per la prossima campagna dell’Enit se lo sono meritatamente guadagnato. Le polemiche sui social hanno così tanto influenzato l’opinione pubblica che non si sa ancor bene chi ha preferito ricoprire la statua con un telo verde di plastica (e non serve un critico d’arte contemporanea per dire che il telo svolazzante sia davvero brutto), piuttosto che lasciar vivere un’opera che fa discutere. Non ergiamoci dunque a critici d’arte contemporanea, ma almeno un piccolo, ininfluente giudizio concediamocelo: per quanto opinabile possa essere la bellezza artistica della sirena realizzata dai ragazzi dell’IISS “Luigi Russo” a Monopoli, quel lato B burroso e pieno di fragranze del sud avrà comunque e sempre la meglio sulla statua di Manuela Arcuri a Porto Cesareo (Le).