Ci avviciniamo ai primi bagni al mare, con la stagione estiva in apertura e con essa il pensiero di molte persone va alla prova costume e alla forma fisica. Questa necessità è ancora più sentita tra le giovani generazioni, che stentano a scoprirsi e ad andare in spiaggia, per paura del giudizio o del cosiddetto body shaming, ovvero letteralmente, vergogna del corpo.
Ma il body shaming è anche intesa come forma di violenza o di bullismo che si verifica attraverso commenti sulle caratteristiche fisiche di una persona, facendola sentire inadeguata. Possono essere anche complimenti o apprezzamenti, ad esempio “come stai bene, ma sei dimagrita?”, oppure “ti donano questi pantaloni, ti fanno sembrare meno grosso”. Questi commenti apparentemente positivi nascondono il presupposto che si stia facendo un chiaro riferimento all’estetica e al corpo di una persona, confrontandola con un prima (grossa) e un dopo (più magra), dando molta importanza e attenzione al corpo appunto della persona in questione, invece che al soggetto nella sua interezza. Una complioffesa, in altri termini, in cui chi la riceve non sa se essere felice dell’apprezzamento o dell’offesa che si riferisce al recupero di uno stato estetico più soddisfacente (stai meno male adesso rispetto a prima…!).
Ma anche tra i più maturi e gli adulti la forma fisica ed estetica è sempre più un tormento soprattutto in estate. Ecco ricorrere allora a tutti i tipi di diete e agli ultimi farmaci di tendenza tra i Vip, per aumentare il senso di sazietà e allungare i tempi della fame. Nessuna rilevanza viene data però alle controindicazioni che questi ultimi procurano e alla scarsa capacità di autoregolare questi impulsi, magari con un'adeguata rieducazione alimentare o verificando altre cause di natura psicologica.
Ma dove nasce il bisogno di bellezza?
Il bisogno di bellezza è insito nelle persone e si estende agli ambienti, alla moda, all’arte, oltre che all’estetica. È un modo di stare al mondo attraverso l’armonia delle forme, dei colori e delle dinamiche personali ed interpersonali. La bellezza si crea, non si possiede, è ineffabile, non si può misurare, poiché consiste in un modo di abitare il proprio corpo come abitiamo il tempo e lo spazio della nostra vita. Bellezza, secondo Michela Murgia, non è corrispondere ad un corpo che qualcuno vuole da noi, ma è esprimere sé stessi. La bellezza manifesta la verità, affermava Chiara Lubich, ossia, è qualcosa che ci avvicina con delicatezza alla purezza e all’essenza delle cose e che tocca le corde dell’anima. Quando sentiamo, vediamo o ascoltiamo qualcosa di autentico e vero, esclamiamo infatti: “che bello”!
La bellezza, così intesa, salverà il mondo, come diceva Dostoevskij: quando saremo liberi di essere come siamo, prendendoci cura di un bisogno di bellezza che è star bene, vivere in armonia e comunicarla attraverso l’estetica. Significa porre attenzione a ciò che comunichiamo a noi stessi e agli altri attraverso i segnali statici e dinamici della nostra comunicazione, che si esprime anche attraverso forme, colori, suoni, movimenti.