A volte l’errore ci allontana da noi stessi, dalla parte più vera di noi, perché ci spaventa o ci procura senso di vergogna.
L’errore ridimensiona l’idea che abbiamo di noi, e ci appare qualcosa che ci sminuisce, ci mette in contatto con la realtà, con tutte le sue luci ed ombre.
La difficoltà più grande che abbiamo nel riconoscere e nell’accettare l’errore è che esso ci costringe ad ammettere la nostra umanità, la nostra finitezza, il nostro limite. E quando tocchiamo le cose che non ci piacciono in genere proviamo fastidio, repulsione, resistenza, cerchiamo di allontanarle da noi e ci allontaniamo da loro.
E se invece riconoscere l’errore e accettarlo fosse l’inizio di un momento di crescita invece che un momento di ridimensionamento e se ci aiutasse a vedere in modo più chiaro?
Se ci mettesse in contatto con la parte più vera di noi stessi? Pronti a ripartire dal punto in cui siamo arrivati, magari con più slancio, con più sincerità e con maggiore aderenza alla realtà. Non sarebbe qualcosa di grandioso? Non ci renderebbe più grandi, più belli, più sani per relazionarci con noi stessi e con gli altri?
Dietro ciò che ci appare come un limite, abbiamo la possibilità di scorgere la nostra vera forma, quella delineata anche dai limiti appunto, che segnano il contorno, la sagoma di ciò che siamo.
E se riusciamo a stare tanto quanto basta in presenza di quella forma, reale, senza paura, superando il fastidio, le emozioni di colpa o di vergogna, possiamo imparare qualcosa.
Possiamo crescere. Si, perché si cresce proprio riconoscendosi, scoprendosi e scegliendo come comportarci, facendo si che le nostre scelte presenti e future possano essere ispirate a quei valori che orientano le nostre idee, i nostri pensieri, il nostro linguaggio, le nostre azioni, la nostra vita. E in seguito alla scelta dei nostri valori guida, possiamo chiederci, in che modo le mie scelte e le mie azioni esprimono i miei valori?
Il valore dell’errore, dunque dipende dal valore che gli attribuiamo, imparando dalle scelte che abbiamo fatto e orientandoci alle nuove, potendo contare sulla consapevolezza che l’errore può essere uno strumento di evoluzione se sappiamo sfruttarlo, lasciandoci attraversare da esso, dalle emozioni e dai sentimenti che ci procura e dalla nostra capacità di ascoltare cosa ha da dirci.