Basilicata Innovazione ha inizialmente individuato una rosa di piante officinali, per natura adattabili a particolari condizioni ambientali, chimico-fisiche e climatiche del territorio lucano, e ha allestito dei campi sperimentali per verificarne l’effettiva coltivabilità. I terreni si sono rivelati particolarmente idonei alla coltivazione dello zafferano (Crocus Sativus), con grande soddisfazione della referente delle attività Federica Laguardia, broker tecnologico Basilicata Innovazione, e del responsabile scientifico del progetto, il prof. Vincenzo Candido dell’Unibas. Da qui il «guizzo imprenditoriale » di un gruppo di giovani di Castelgrande, desiderosi di reinventarsi il proprio lavoro nella terra d’origine e che, d’accordo con il sindaco del paese Domenico Alberto Muro, vorrebbe impiegare alcuni terreni comunali per la coltivazione di questa gustosa pianta aromatica.
«Questo è l’optimum - dice Andrea Trevisi, direttore di Basilicata Innovazione - che gli interventi di Basilicata Innovazione desiderano raggiungere: favorire lo sviluppo dell’economia in Basilicata, la competitività basata sull’innovazione e la valorizzazione delle risorse locali; e, perché no, porre le basi per nuove intuizioni imprenditoriali. Basilicata Innovazione – continua Trevisi - ha il merito di aver fornito a questi ragazzi delle basi concrete su cui fondare la propria idea di business, attraverso uno studio di fattibilità che ha portato in breve tempo risultati tangibili e che, per la natura stessa degli interventi compiuti della nostra struttura, sono messi a disposizione di tutti i cittadini lucani».
La scorsa settimana si è tenuto un convegno a Castelgrande, dal titolo «Lo Zafferano in Basilicata - idee e proposte per nuove colture», organizzato dal Gal Csr Marmo Melandro, in sinergia con il Comune di Castelgrande, nell’ambito dell’iniziativa itinerante Agricoltour.