dal nostro Inviato
di Giovanni Longo
Gravina in Puglia - Il piccolo cancello grigio della «Casa delle cento stanze» si è riaperto tristemente ieri pomeriggio. Nell’edificio abbandonato di Gravina in Puglia dove 10 anni fa furono ritrovati i cadaveri di Francesco e Salvatore Pappalardi, 13 e 11 anni, sono entrati avvocati e consulenti del padre dei fratellini. Un sopralluogo alla ricerca di tracce utili per chiedere alla magistratura di riaprire il caso. Telecamera e macchina fotografica. Persino un drone. Al lavoro il generale Luciano Garofano, ex comandante dei carabinieri del Ris e la sua squadra. Il noto investigatore è consulente di Pappalardi. Il sopralluogo è una tappa di un percorso più ampio rappresentato da indagini difensive. «Abbiamo percorso tutti i cunicoli - spiega Garofano - le possibili vie di accesso alla cisterna percorsi dai fratellini cercando di metterci nei panni dei bambini. Abbiamo fatto riprese, scattato foto, effettuato misurazioni. Intrecceremo il tutto con le testimonianze che stiamo raccogliendo. Siamo di una fase iniziale di acquisizione degli elementi che possono essere utili». Ieri mattina, Garofano ha anche spulciato i 38 faldoni dell’inchiesta che si chiuse con l’archiviazione per Pappalardi, risarcito per l’ingiusta detenzione subita quando venne arrestato con l’accusa, infondata, di avere ucciso i suoi figli. Ma allora, perché riaprire una ferita così dolorosa che il tempo non potrai rimarginare?
«L’obiettivo - spiega l’avvocato Maria Gurrado che assiste Pappalardi - è valutare dagli atti se ci sono elementi per chiedere alla magistratura una eventuale riapertura delle indagini sul fronte di ipotetiche responsabilità da parte di terzi sino ad oggi non emersi: penso a qualcuno che sapeva cosa fosse accaduto e non ha parlato».
In realtà un’altra inchiesta condotta dalla Procura per i minorenni di Bari avviata con una denuncia di Rosa Carlucci, mamma dei fratellini, in cui si ipotizzava la presenza di altri ragazzini che non aiutarono Ciccio e Tore, si è chiusa con l’archiviazione. Ma adesso la tecnologia potrebbe aiutare a rileggere alcuni elementi dell’indagine.
Intanto, qualche giorno fa, domenica, qualcuno ha visto giocare qui dentro altri bambini. Come siano riusciti ad entrare resta un mistero. Nonostante gli sforzi dei proprietari dell’edificio in abbandono, c’è qualcuno che qui continua a venire a giocare. Un po’ come accadde quasi 12 anni fa. E come si è ripetuto nel febbraio 2008 quando un altro 12enne cadde all’interno di una cisterna profonda 25 metri. Qualcuno, allora, dette l’allarme. Il piccolo si salvò. E furono ritrovati Ciccio e Tore.