L’accusa non è solo di scambio elettorale politico mafioso. Nei confronti del sindaco di Modugno, Nicola Bonasia, la Dda di Bari ipotizza infatti anche l’accusa - ben più grave - di associazione mafiosa. Ed è per questo che il Gico della Guardia di Finanza, coordinato dal pm Fabio Buquicchio, lavora per approfondire il ruolo del primo cittadino dopo l’arresto in carcere dell’assessore Antonio Lopez: accusato non solo di aver comprato dal clan Parisi i 150 voti necessari a essere eletto nel 2020, ma anche di aver fatto da tramite con un picciotto del clan per sostenere Bonasia al ballottaggio, in cambio di un posto di lavoro.
Il sindaco, 42 anni, ingegnere, mai coinvolto in indagini giudiziarie, ha da subito smentito ogni suo coinvolgimento in accordi illeciti con i clan, dichiarandosi vittima e pronto a collaborare con la giustizia. Tuttavia la Dda di Bari, che lo ha intercettato per mesi, ritiene che «nel Comune di Modugno si sia costituita una “zona grigia”, in cui convergono gli interessi di un potente gruppo malavitoso interessato a riciclare i proventi illeciti ed assistere i propri affiliati con la garanzia di posti di lavoro utili ad accrescere il proprio prestigio criminale...
















