Sabato 15 Novembre 2025 | 15:28

Bari, al waterfront Santo Spirito è corsa contro il tempo per gli ultimi lavori: «Stanchi di guardare il mare dalla rete»

Bari, al waterfront Santo Spirito è corsa contro il tempo per gli ultimi lavori: «Stanchi di guardare il mare dalla rete»

 
Rosanna Volpe

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Rosanna Volpe

Bari, al waterfront Santo Spirito è corsa contro il tempo per gli ultimi lavori: «Stanchi di guardare il mare dalla rete»

Dopo la pausa estiva nel primo tratto del lungomare, la promessa era stata chiara: «Entro Natale i lavori, anche su questo tratto, saranno completati»

Sabato 15 Novembre 2025, 12:34

È corsa contro il tempo per la chiusura del cantiere dell’ultimo tratto del lungomare Cristoforo Colombo. La consegna, da cronoprogramma, è prevista per il prossimo 26 dicembre ma i dubbi sono tanti. «Da lunedì - spiega l’assessore ai Lavori Pubblici, Domenico Scaramuzzi - cominceranno i lavori per la realizzazione dei vasconi. Quindi si procederà con il troncone che capta tutte le acque piovane. L’ultimo passaggio previsto è la messa in opera della pavimentazione. Abbiamo chiesto massimo impegno all’impresa per rispettare gli accordi, ma occorrerà riaggiornarsi tra un paio di settimane per avere risposte certe in merito alla conclusione dei lavori. Comprendo che gli esercenti e i residenti hanno avuto tanta pazienza. L’ottanta per cento del lungomare, però, è pronto. Occorre avere ancora un po’ di pazienza».

Il cantiere infinito sul waterfront di Santo Spirito è ormai all’ultimo miglio. Dopo la pausa estiva nel primo tratto del lungomare, la promessa era stata chiara: «Entro Natale i lavori, anche su questo tratto, saranno completati». Le prime settimane sono state impiegate per liberare il cantiere dal materiale che si era accumulato nei mesi scorsi.

«Il problema non è il possibile slittamento della consegna dei lavori – spiega Alfonso Florio, storico esercente del lungomare. Il problema è non sapere quando chiuderanno il cantiere. Sapevamo che un tratto di strada sarebbe stato inibito al traffico. Per vie ufficiose ci hanno comunicato che la delibera è stata già firmata ma non è dato sapere da quando partirà. Questo non è giusto. Siamo vicini al Natale. Ci avevano promesso che il lungomare sarebbe tornato alla comunità. Noi qui proviamo a sopravvivere da mesi. Le nostre attività sono tutto quello che abbiamo: qui ci sono i nostri risparmi, il nostro lavoro e la nostra fatica. È giusto sapere per quanto ancora dobbiamo avere pazienza».

«Da tre anni – aggiunge un altro esercente - siamo soffocati da un cantiere che prosegue a singhiozzo. Siamo stanchi di guardare il mare attraverso la rete metallica mentre i debiti crescono. La nuova giunta sta cercando di tamponare i danni della precedente, ma purtroppo non basta».

Di pazienza a Santo Spirito, residenti ed esercenti ne hanno avuta tanta per un cantiere durato a lungo tra stop e promesse. Tra residui di calcinacci, polvere e rifiuti abbandonati agli angoli delle transenne. La rabbia, quindi, continua a serpeggiare lungo le strade che accolgono bar e ristoranti. Il quartiere è al collasso. Con un calo di incassi che sfiora il quaranta per cento e una trentina di attività che hanno chiuso l’estate 2025 con lacrime e sangue.

L’intervento, finanziato con 5 milioni (Pon Metro e Pn Metro plus), interessa il lungomare Cristoforo Colombo, nel tratto che va dalla torre di Santo Spirito prospiciente il molo di Levante all’incrocio con via Marconi, comprendendo anche alcune traverse. La riqualificazione prevede, inoltre, la realizzazione e l’attrezzamento di aree per la sosta, superfici pedonali per il passeggio, spazi di pertinenza di attività commerciali, pista ciclabile bidirezionale in sede riservata, spazi carrabili distinti e separati dai restanti spazi funzionali. Le pavimentazioni sono state distinte a seconda della destinazione d’uso degli spazi - carrabili, pedonali o ciclabili - in modo da essere ben riconoscibili ed esteticamente coerenti. Resta ancora l’ultimo tratto, quindi, da liberare finalmente dalla gabbia delle transenne. La speranza degli esercenti è che tra una manciata di settimane sia la fine di un incubo durato tre anni.

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