Sabato 15 Novembre 2025 | 12:33

Anche a Taranto si protesta per il Bus Rapid Transit: «Una mannaia per i negozi di quartiere»

Anche a Taranto si protesta per il Bus Rapid Transit: «Una mannaia per i negozi di quartiere»

 
Emiliano Fraccica

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Emiliano Fraccica

Anche a Taranto si protesta per il Bus Rapid Transit: «Una mannaia per i negozi di quartiere»

I timori dei commercianti che lavorano nelle vicinanze della Concattedrale

Sabato 15 Novembre 2025, 10:38

In via Lago d’Arvo, nelle vicinanze della Concattedrale, poco meno di trecento metri nel cuore del quartiere Tre Carrare-Solito, i commercianti di prossimità rischiano di sparire. È tanta, infatti, l’inquietudine con cui i titolari degli esercizi presenti sulla strada guardano al progetto della futura linea BRT, che dovrebbe attraversarla modificandone radicalmente la fisionomia. Un cambiamento che, secondo gli esercenti, rischia di trasformarsi in un colpo durissimo alla sopravvivenza dei negozi di prossimità.

Il malumore è palpabile, soprattutto perché il progetto, a loro dire, presenta tanti elementi problematici: il senso diventerà unico, da via Ancona verso viale Magna Grecia, ma la corsia dedicata alla BRT si prenderà 4 metri dal lato destro, con cordolo annesso; i parcheggi saranno solamente sul lato sinistro della via; verranno rimossi i dehor dei locali; non ci saranno stalli per lo scarico merci dei fornitori. «È una decisione calata dall’alto, senza alcun confronto, senza nemmeno il tempo di prepararci. Non sembrano esserci soluzioni alternative», ripetono in più voci.

La storia che più di tutte riassume il paradosso è quella di Maurizio Falvo, titolare del Glam Cafè. «Ad agosto 2022 ho investito 27mila euro per acquistare un dehor nuovo – racconta – e solo a gennaio ho rinnovato la concessione con il Comune spendendone altri 3mila. Adesso mi dicono che devo smontare tutto. È surreale». Un investimento fatto nel pieno rispetto delle norme, ribadisce Falvo, che ora rischia di diventare una perdita non indifferente. Come lui anche altri commercianti hanno speso somme ingenti per migliorare strutture e offerta ai clienti, e ora il timore è crescente.

Nei giorni scorsi gli esercenti hanno incontrato il sindaco, che ha riconosciuto la delicatezza della situazione definendo il progetto una «patata bollente» ereditata dalla precedente amministrazione. Dal confronto è arrivata almeno una concessione: la pista ciclabile prevista inizialmente sul lato destro della linea BRT non verrà realizzata. Un piccolo passo indietro che, però, non basta ad alleggerire le preoccupazioni.

La paura, condivisa da molti, è che la BRT finisca per funzionare come un «ascensore per il centro commerciale», come lo ha definito un commerciante. Una sorta di navetta veloce che spinge i cittadini verso le grandi strutture di vendita, lasciando indietro i negozi di quartiere, che già lottano per restare competitivi.

Il rischio è quello di perdere la clientela fidelizzata, la vitalità costruita negli anni e la quotidianità di chi, ogni giorno, frequenta lo stesso bar, la stessa farmacia (ricordiamo i tanti pazienti oncologici che adesso avranno problemi nel trovare parcheggio o anche solo nell’attraversamento), non solo per soddisfare una mera esigenza ma anche per un autentico bisogno di socialità. «Non siamo contro il progresso o l’innovazione tecnologica – ha proseguito Falvo – ma chiediamo che venga fatto tenendo conto di chi vive e lavora qui ogni giorno».

Ora la palla passa nuovamente all’amministrazione comunale, chiamata a trovare un equilibrio tra la modernizzazione della mobilità urbana e la tutela di un segmento economico già fragile, che rischia di avere il colpo di grazia. Gli esercenti aspettano risposte concrete, temendo che, senza correttivi, quella che dovrebbe essere un’opera di sviluppo possa trasformarsi nell’ennesima ferita aperta per il commercio tarantino.

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