TARANTO - Le mani sul pianoforte, che fanno vibrare il cuore. Un affresco di ricordi, musica ed esperienze di vita. Una carriera costellata di successi al fianco di registi che hanno fatto la storia del cinema, non solo italiano. Nicola Piovani è un compositore geniale e lo ha confermato nel concerto “Note a margine” che, venerdì scorso, ha chiuso la stagione concertistica del Taranto Opera Festival. Il compositore, Premio Oscar per la miglior colonna sonora 1999 per il film “La vita è bella” di Roberto Benigni, si esibito nella Concattedrale Gran Madre di Dio davanti a un pubblico “attento ed educato”. Così lo ha definito l’assessore comunale allo Spettacolo Fabiano Marti intervenendo prima dell’esibizione del maestro, insieme a Paolo Cuccaro, direttore artistico del Festival organizzato dall’associazione musicale Domenico Savino (direttore generale è il maestro Pierpaolo De Padova), e poi il presidente della Banca di Taranto Lelio Miro, sponsor dell’evento, e don Ciro Alabrese, parroco della Concattedrale, che proprio l’altro ieri è stata celebrata in un articolo del Wall Street Journal.
La musica è la vita del maestro Piovani, da sempre. Nel concerto diventa un racconto in note scandite da tante colonne sonore di film che hanno caratterizzato e identificato la storia del cinema italiano ed internazionale. Musiche famose, entrate nella memoria e nel cuore di molti appassionati dell’arte filmica e di tante generazioni. Piovani ha regalato il suo meraviglioso racconto autobiografico, accompagnato dalla sassofonista Marina Cesari e dal contrabbassista Marco Loddo. Un concerto di musica e parole con i disegni di Milo Manara a colorare le emozioni di oltre quarant’anni di carriera. Da quando il giovane Piovani scriveva le musiche per i cinegiornali nella facoltà di Filosofia insieme a Silvano Agosti all’esordio nel mondo del cinema.
Poi le collaborazioni con Marco Bellocchio, Mario Monicelli, i fratelli Taviani, Nanni Moretti, Bigas Luna, la realizzazione delle sonore degli ultimi tre film di Federico Fellini, cineasta poeta e visionario, ovvero «Ginger e Fred», «L’intervista» e «La voce della Luna», per il quale Fellini volle Benigni come protagonista. Ogni brano accompagnato da una nota a margine: il canto delle sirene lo spunto per parlare della mitologia greca, la notte di San Lorenzo per ricordare il valore della Resistenza, Partenope per magnificare Napoli. E poi Il suonatore Jones dedicata a Fabrizio De Andrè, la melodia sospesa, Il volo di Icaro, fino ad arrivare al brano forse più toccante e coinvolgente, La Vita è bella.
Il recital è una summa delle sue composizioni e produzioni più famose, le tappe del suo percorso artistico ed umano, gli aneddoti e le curiosità. Un concerto bello, suggestivo e malinconico. Ai titoli di coda un applauso lungo e convinto. E la nostalgia che subentra per un capolavoro che finisce.