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Surbo, domatore aggredito dalla tigre, Ivan Orfei: «Tornerei stasera nella gabbia»

 
Redazione online

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Al circo, il numero con i felini è stato sospeso, il papà del domatore: «È stato graziato»

Martedì 03 Gennaio 2023, 16:47

04 Gennaio 2023, 17:51

LECCE - «Mio figlio è in ospedale, sta benissimo, uscirà domani molto probabilmente. Ha solo qualche ferita ma gli è andata bene. Gli sbagli in gabbia si pagano, come i movimenti sbagliati. La tigre che l’ha aggredito voleva solo giocare, lui gioca spesso con quell'animale. E’ stato graziato».

Lino Orfei, papà di Ivan, il domatore 31enne del circo «Amedeo Orfei» aggredito da una tigre la sera del 29 dicembre durante una esibizione a Surbo (Lecce) è sereno. Il momento dell’aggressione è stato ripreso con il cellulare da alcuni spettatori e le immagini sono diventate virali sul web. Alcuni gli hanno augurato di guarire e tanti, criticando l'utilizzo di animali nel circo, hanno auspicato la morte di Ivan. A loro Lino Orfei, anche lui domatore di tigri per anni, risponde: «Questi sarebbero gli animalisti? Non so. Dov'erano quando, a causa del lockdown, siamo stati fermi per otto mesi a San Michele Salentino? Nessuno di loro si è preoccupato di venire a dare da mangiare agli animali». Il numero con le tigri, sottolinea infine Lino Orfei, «al momento è sospeso perché manca il domatore». E quando Ivan uscirà dall’ospedale, assicura suo padre, «faremo una riunione di famiglia e decideremo insieme cosa fare».

LE PAROLE DI IVAN ORFEI

«Tornerò sicuramente a fare il domatore, con le tigri. Lo farei anche stasera se non fossi ancora in ospedale». La voglia di tornare nel suo mondo è tanta. Ivan Orfei, il domatore di 31 anni aggredito da una tigre (che ha otto anni) il 29 dicembre scorso a Surbo (Lecce) durante l'esibizione al circo, ne parla dal letto dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce dove è ricoverato da quasi una settimana.
«Non vedo l’ora di rimettermi in pista. E’ stata una semplice litigata di gelosia con lei che è una femminuccia», racconta Ivan Orfei. «Sono sicuro di una cosa - aggiunge - se lei avesse voluto farmi del male, lo avrebbe fatto sicuramente. Di questo ne sono certo. Una volta preso il polpaccio avrebbe potuto continuare benissimo, invece, non lo ha fatto». Il 31enne sta continuando la terapia antibiotica dopo le ferite procurate dall’animale e nelle prossime ore sarà dimesso. «A quelli che mi hanno augurato la morte» sui social, «che ritengo persone stupide, neanche rispondo. Non capisco - afferma con amarezza il 31enne - tutta questa cattiveria». «Ai tanti che pensano che l'animale sia stato abbattuto, posso assicurare che non è cosi. Noi - conclude - stiamo facendo gli spettacoli tutti i giorni. Anche la tigre che, diciamo, mi ha aggredito, si fa vedere per dare un segnale al pubblico che sta con noi e sta benissimo».

ASSOCIAZIONE ITALIANA DIFESA ANIMALI E AMBIENTE: «ORFEI FACCIA UN ALTRO LAVORO»

«Nessuno impone a questi signori di fare questo lavoro. Se si lamentano dei loro guadagni, come molti altri italiani possono andare a fare lavori per cui la richiesta è attualmente forte: se per esempio si dedicavano al servizio ristorazione come camerieri nessuno si sarebbe fatto male e nessun animale sarebbe ogni giorno sottoposto a sevizie psicologiche». E’ un passaggio della nota diffusa dall’Associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa) che si rivolge a Lino Orfei, padre di Ivan, il domatore 31enne aggredito da una tigre durante una esibizione a Surbo (Lecce). Ieri Lino Orfei, commentando le affermazioni di molte persone che sui social hanno criticato l’uso di animali nei circhi e hanno augurato la morte a suo figlio Ivan, si è domandato se "questi fossero gli animalisti» e dove fossero quando a causa della pandemia il circo Orfei è stato fermo 8 mesi in Puglia: "Nessuno di loro si è preoccupato di venire a dare da mangiare agli animali», ha detto. Aidaa oggi precisa di non avere "augurato la morte al domatore Ivan Orfei» ma di aver «chiesto verifiche sullo stato di salute e psicologiche delle tigri e degli altri animali che vivono in spazi angusti ed in condizioni non compatibili con la loro natura». «Le affermazioni del signor Lino Orfei - prosegue Aidaa - sono ridicole, questo signore ci dica intanto quanti soldi ha preso dallo Stato italiano complessivamente negli anni 2020 e 2021, soldi che escono dalle tasche dei lavoratori italiani e che potrebbero essere usati in maniera molto più proficua magari finanziando i circhi minori senza animali». «Sappiamo che le nostre parole possono scatenare polemiche - concludono gli animalisti - ma il nostro appello è sempre lo stesso: vengano controllati gli animali e, se stressati, siano immediatamente sequestrati. Allo Stato, oltre a porre fine ai finanziamenti ai circhi con animali, chiediamo di aprire i centri dedicati alla gestione degli animali dei circhi».
Ieri sera il circo Amedeo Orfei, di stanza a Surbo, è stato sottoposto a sequestro dai vigili urbani per l’assenza dell’autorizzazione per i pubblici spettacoli che viene rilasciata dall’ufficio Suap del Comune.

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