Sui bassi fondali a nord di Brindisi l'ESAC-Euromediterranean Seascapes Archeology Center, ha recuperato alcuni reperti archeologici metallici ad alto rischio di trafugamento. L'intervento ha permesso di mettere in sicurezza, in località Punta Penne, le scoperte pertinenti all’armamento di un relitto spiaggiato di età moderna, presumibilmente cinque-seicentesco.
L’intervento ha visto la partecipazione del personale della Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo e dell’Università del Salento, e il generoso supporto del 1° Nucleo Operatori Subacquei della Guardia Costiera, di stanza a San Benedetto del Tronto, grazie a un accordo di cooperazione tra il Dipartimento di Beni Culturali UniSalento e la Direzione Marittima di Bari. Inoltre ha partecipato alle operazioni il Reparto Operativo Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale di Bari.
Dopo i sopralluoghi preliminari, condotti dal personale della Soprintendenza a seguito delle segnalazioni di Fernando Zongolo e di altri subacquei locali, e prima di procedere al recupero, il Dipartimento di Beni Culturali ha realizzato la documentazione video-fotografica e fotogrammetrica dell’area di concentrazione dei materiali, curando anche la parte logistico-organizzativa dell’intervento e mettendo a disposizione le attrezzature e l’imbarcazione «Pelagia» quale natante di appoggio/base logistica per le operazioni, peraltro affiancata da una motovedetta messa a disposizione dalla Guardia Costiera.
Tra i reperti recuperati, di particolare rilievo appaiono due falconetti, due anelli metallici, due mascoli da retrocarica, un elemento curvo a uncino e alcune concrezioni metalliche identificabili come altre armi da fuoco, che sono stati ricoverati temporaneamente presso il Museo Archeologico «Ribezzo» del Polo Biblio-Museale di Brindisi, a cui Esac afferisce, e che saranno prossimamente sottoposti a un intervento di conservazione e restauro, assieme ad altri mascoli custoditi presso il Museo, recuperati nella medesima area già negli anni ’80 e con ogni probabilità pertinenti allo stesso relitto.
Il successo di questa prima esperienza e la proficua sinergia con cui i partner dell’ESAC hanno operato ha fatto intravedere il grande potenziale del Centro in una visione organica che comprenda tutta la filiera del patrimonio, dalla ricerca alla valorizzazione e alla piena accessibilità, che deve riguardare anche beni apparentemente «lontani» e «invisibili» come quelli sommersi.
Alle operazioni hanno preso parte per la Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo Angelo Raguso, Giovanna Bucci, Alessandra Dell’Anna, Salvatore Medaglia; per il 1° Nucleo Operatori Subacquei della Guardia Costiera di San Benedetto del Tronto il Comandante Giuseppe Simeone, Serafino Caggiano, Nicola Surano, Umberto Carrieri; per l’Università del Salento Rita Auriemma, Genuario Belmonte, Antonella Antonazzo, Luigi Coluccia, Sandro Notarangelo (foto-video sub), Fernando Zongolo, Angelo Colucci,Cristiano Alfonso, Melissa Mele, Emiliano Peluso (foto-video esterni), Andrea Podestà, Silvia Pariti, Andrea Toso.